Prelati rispettosi della legge di Dio e disgraziati traditori

IL FUMO DI SATANA È ENTRATO NEL TEMPIO DI DIO

Di Emanuela Maccarrone

La Chiesa cattolica, Sposa di Cristo, è sempre più divisa tra prelati rispettosi della legge di Dio e altri traditori della stessa legge. Il monito di San Paolo VI è sempre più attuale: “si direbbe che da qualche misteriosa, no, non è misteriosa, da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio, c’è l’incertezza, c’è la problematica, c’è l’inquietudine, c’è l’insoddisfazione, c’è il confronto”. Non a caso il fumo di cui ha parlato Paolo VI ha seminato dubbi e incertezza su più fronti, mettendo in discussione verità una volta indiscutibili. “Non ci si fida più della Chiesa. Ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale. Per rincorrerlo e per chiedere a lui se ha la formula per la vera vita. È entrato, ripeto, il dubbio nella nostra coscienza. Ed è entrato per finestre che dovevano essere aperte alla luce: la scienza!”.

L’ultimo traditore della legge di Dio, in ordine di tempo, è il vescovo John Stowe di Lexington, nel Kentucky, che ha riaffermato la sua blasfema dell’ideologia gender partecipando a un evento virtuale di “Pride Blessing” la scorsa settimana e impartendo una benedizione all’evento. La Chiesa cattolica, infatti, se ha un atteggiamento di accoglienza e di rispetto nei confronti di coloro che hanno un particolare orientamento sessuale (come spiega il Catechismo della Chiesa cattolica), non per questo può rinnegare l’ordine naturale voluto dalla Santissima Trinità, creando confusione e divisione tra i fedeli.

Stowe, un famigerato omosessualista, si è unito all’incontro di Zoom con attivisti e altri ‘cattolici’ dissidenti. L’evento è stato ospitato dall’organizzazione pro-Lgbt “Dignity USA”, che rifiuta l’insegnamento della Chiesa su diversi punti fondamentali della fede e della morale.

A questo prelato e ad altri che si sono recentemente schierati per l’ideologia lgbt, si oppongono altri che, con tenacia, continuano a difendere l’ordine naturale stabilito da Dio.

L’arcivescovo emerito di Filadelfia, Charles J. Chaput, ha parlato contro l’immoralità sessuale e il movimento transgender nel programma televisivo statunitense condotto da Tucker Carlson “Today”, andato in onda su Fox News la scorsa settimana. Chaput ha definito il transgenderismo “l’ultima ribellione contro Dio”.

Il monsignore ha definito l’ideologia del cambio sesso “un peccato di idolatria”. Invece di “dare a Dio ciò che gli è dovuto, dai a qualcun altro o a qualcos’altro ciò che appartiene a Dio. Si chiama idolatria. È un peccato grave. È il peccato più pericoloso e ci ha portato su questa strada per fare di noi stessi il centro della creazione”.

L’uomo che vuole sostituirsi a Dio, la creatura che pensa di poter fare a meno del Creatore. Vecchia storia, come si capisce… L’arcivescovo emerito ha ricollegato questa presunzione umana al peccato originale di Adamo ed Eva, che volevano essere come Dio. “Non volevano che Dio dicesse loro cosa fare. Volevano fare a modo loro”. Riguardo la sessualità biologica, monsignor Chaput ha ribadito una verità che dovrebbe essere scontata, e cioè che “non siamo nemmeno soddisfatti del corpo con cui nasciamo, che pensiamo di avere il potere di diventare qualcosa che non siamo: che io possa diventare una donna o che una donna possa diventare un uomo. Questo è qualcosa che fa Dio, non qualcosa che facciamo noi, ma in qualche modo è la ribellione finale contro Dio”.

Altri prelati statunitensi concordano con il porporato. L’arcivescovo Salvatore Cordileone di San Francisco ha condannato quella che ha definito la tendenza ‘terribile’ e ‘molto allarmante’ dei minori che vengono castrati chimicamente o addirittura mutilati chirurgicamente a causa della disforia di genere.

 

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