Shemà. Commento al Vangelo dell’11 giugno della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 19, 31-37

venerdì 11 giungo 2021

Solennità del Sacro Cuore di Gesù

Oggi è la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, praticata fin dall’antichità cristiana e per tutto il Medioevo, ma maggiormente ripresa e intensificata nel XVII secolo grazie a S. Giovanni Eudes (1601-1680) e, ancora di più grazie a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690), che ebbe delle vere e proprie visioni di Gesù che le donava il Suo Sacro Cuore perché lei ne diffondesse il culto tra i credenti. Tra i diversi impedimenti vissuti dalla santa veggente, e dalla stessa Chiesa, che si ritrovava divisa tra la tendenza giansenista, restia a credere a questa devozione, e il resto dei fedeli che invece si affidavano e si consacravano al cuore di Gesù, finalmente in Francia, probabilmente nel 1685, venne celebrata per la prima volta la festa del Sacro Cuore.
La devozione al Sacro Cuore trionfò nel XIX secolo e il convento di Paray-le-Monial, dove Santa Margherita Maria Alacoque ebbe le visioni di Gesù,  divenne meta di continui pellegrinaggi, anche per il fatto che, nel 1856, papa Pio IX aveva esteso a tutta la Chiesa la festa del Sacro Cuore che divenne solennità per la Chiesa Cattolica, da celebrare il venerdì successivo alla Solennità del Corpus Domini. Il vangelo di oggi, quindi, è inserito in questa solennità che celebriamo e ci offre la possibilità di meditare il cuore umano di Gesù, che si lascia ferire dalla cattiveria umana perché, proprio attraverso questa ferita, tutto l’umano possa essere riconciliato con Dio, nell’amore. Attraverso l’Amore misericordioso di Gesù, infatti, l’umanità è riconciliata perché rinasce nell’acqua e nel sangue che scaturisce, come fonte, direttamente dal Cuore di Gesù. Il testo del Vangelo termina con l’attestazione che conferma la verità di chi ha visto e dà testimonianza. Ecco a cosa serve adorare e onorare il cuore trafitto di Gesù: è la garanzia che l’amore di Gesù è amore umano, che pulsa da un vero cuore di carne e che, proprio per questo, si può sempre fare esperienza dell’amore umano di Gesù se ci lasciamo inondare dal Suo Amore di Misericordia che ci salva. L’amore di Gesù, quello che fa battere il Cuore di Gesù è un amore che ci travolge, come quel sangue e quell’acqua che dalla croce ha travolto la vista di chi era sotto la croce del Signore. Oggi chiediamo al Signore che ci doni la grazia di essere in comunione col cuore ferito di Gesù, perché, contemplando della ferita che il Suo Cuore ha ricevuto per amore nostro, possiamo anche noi dare una vera testimonianza della fede cristiana, che è fondata sull’amore che arriva fino a donare tutto ciò che un uomo può portare nel cuore. Preghiamo insieme le parole di una preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù: “O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, guarda a noi umilmente prostrati dinanzi al tuo altare. Noi siamo tuoi e tuoi vogliamo essere: e per poter vivere a te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al tuo Sacratissimo Cuore. Molti purtroppo non ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia degli uni e degli altri, e attira tutti al tuo Cuore Santissimo. O Signore, sii il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da te, ma anche dei figli prodighi che ti abbandonarono; fa’ che questi quanto prima ritornino alla casa paterna. Sii il Re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore o per discordia da te separati; richiamali al porto della verità e all’unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. Elargisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, elargisci a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fa’ che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salvezza; a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Amen” Buona giornata!

Gv 19, 31-37

Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato, era infatti un giorno solenne quel sabato, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

I commenti al Vangelo della liturgia del giorno pubblicati in questa rubrica Shemà termineranno il giorno 13 Giugno, domenica. Il prossimo appuntamento sarà il 15 settembre per un’altra rubrica settimanale, sempre su www.informazionecattolica.it

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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