Vittorio Sgarbi: “Roma è un museo a cielo aperto e ci vuole gente competente”

“HO FIDUCIA NEL POTERE DELLA SCIENZA, CHE PERÒ NON È ONNIPOTENTE. DIO LA CONTIENE E QUESTO È IL VERO MIRACOLO. IL RAPPORTO MATURO CON LA SCIENZA SI REGGE SU QUESTO: NELL’EQUILIBRIO TRA FEDE E RAGIONE, REGOLATO DA DIO”

Di Bruno Volpe

“Il bene e il male. Dio, arte, scienza” edito per La Nave di Teseo. Si intitola così l’ultimo libro di Vittorio Sgarbi scritto a quattro mani col professor Giulio Giorello, recentemente scomparso. Abbiamo intervistato Vittorio Sgarbi.

Un libro a quattro mani, una cosa che non è molto abituale per lei…

“Sono da sempre un individualista. Nelle scelte di vita ed anche nella scrittura. In poche occasioni ho collaborato con altri. E’ successo con il costituzionalista Ainis, con Giulio Tremonti e poi con Giorello. Il titolo l’ho indicato io. Sviluppiamo temi cruciali, quali la scelta del bene e del male in un mondo che ha idee spesso confuse. In quanto al sottotitolo, il termine “arte” l’ho voluto io, lui “scienza”. Su Dio ho fatto pressioni”.

Ci parli del suo rapporto problematico con Dio?

“Partiamo dal miracolo della salute e della medicina. Io ho sofferto per un infarto, il covid e il cancro che ho sconfitto, ma non da solo. Grazie a due pilastri: scienza medica e Dio, anche se non sono un credente nel senso stretto del termine. Ho trascorso questo tempo di prova con pazienza e rassegnazione, e fiducia nel potere della scienza, che però non è onnipotente. Dio la contiene e questo è il vero miracolo. In poche parole il rapporto maturo con la scienza si regge su questo: nell’equilibrio tra fede e ragione regolato da Dio”.

Dio ed arte…

“Esiste sempre questa relazione. Dio ispira l’arte. L’artista e le opere belle sono la prova che Dio c’è. In quanto agli artisti cito la definizione del Vasari: “sono Dei mortali”. Parole che risultano ancora oggi di attualità”.

Elezioni a Roma. Lei sarà l’assessore alla Cultura nel caso di una vittoria del centro-destra. Un’altra sfida. Perché?

“Di cultura la capitale ha tanto bisogno. E’ un museo a cielo aperto e ci vuole gente competente. Non mi passa neanche per la testa pensare alle buche o agli autobus, ma offrirò il mio servizio nel campo che mi riguarda”.

 

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