Fatima e la crisi nella Chiesa

FATIMA PARLA AL NOSTRO TEMPO E DICE COSE SCOMODE!

Di Diego Torre

A 104 anni dalle apparizioni di Fatima si conferma la necessità di ascoltare quel messaggio della Madonna all’umanità, perché di Fatima, parafrasando, non si dirà mai abbastanza; almeno nel nostro tempo. Il nemico lo ha capito. Non si spiega altrimenti l’odio satanico, che colpì i veggenti e perseguitò il ciclo delle apparizioni ed il messaggio della Madonna tentando, a tutt’oggi, di silenziarlo. Non si spiega altrimenti l’imbarazzato silenzio  di tanti pezzi di chiesa che non vogliono fare i conti con quel messaggio e preferiscono ignorarlo.

L’attualità del messaggio è certificata da Benedetto XVI che così, dal Portogallo, ci ricorda:  “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”… “ Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima” (Benedetto XVI, 13.05.2010). Già i giusti! Ci sono ancora abbastanza giusti per  quest’opera di salvezza? E ancora: sono concepibili dei giusti che ignorano i messaggi della Madonna?

La crisi dell’umanità vive un crescendo inquietante come il mutato atteggiamento della Madonna nel corso delle 6 apparizioni. Inizialmente, scrive suor Lucia, non era “né triste né allegro, ma serio”, con un’aria di dolce rimprovero. Diventa triste a partire dalla terza apparizione, quella dei segreti.  E infine, nell’ultima la Madonna dice: “Bisogna che [gli uomini] si emendino, che chiedano perdono dei loro peccati”. E, assumendo un aspetto ancora più triste: “Non offendano più Dio nostro Signore che è già molto offeso”. Abbiamo ragioni di pensare che la condizione spirituale del mondo sia migliorata da allora? E che dire delle lacrime a La Salette della Madonna che nasconde il volto fra le mani o che mostra (1947) a Bruno Cornacchiola una croce spezzata ed un abito talare gettato per terra?

Insegna un proverbio che il peggior sordo è quello che non vuole sentire. Perché tanti cristiani cercano le soluzioni nel mondo e nel suo spirito anziché guardare in alto? “Questa secolarizzazione non è soltanto una minaccia esterna per i credenti, ma si manifesta già da tempo in seno alla Chiesa stessa. Snatura dall’interno e in profondità la fede cristiana e, di conseguenza, lo stile di vita e il comportamento quotidiano dei credenti. Essi vivono nel mondo e sono spesso segnati, se non condizionati, dalla cultura dell’immagine che impone modelli e impulsi contraddittori, nella negazione pratica di Dio: non c’è più bisogno di Dio, di pensare a Lui e di ritornare a Lui. Inoltre, la mentalità edonistica e consumistica predominante favorisce, nei fedeli come nei pastori, una deriva verso la superficialità e un egocentrismo che nuoce alla vita ecclesiale” (Benedetto XVI 8.3.2008).

Certo, la crisi dell’uomo inizia col peccato originale e quindi entra nelle società umane, compresa la chiesa. “Sono nel mondo…ma non del mondo” (cf Gv 17): è una condizione difficile, ma vivibile con la grazia di Dio. Cosa taglia le ali alla fede di tanti? Forse quanto confidava S. Paolo VI  a J. Guitton poco prima di morire: “Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte” (Paolo VI Segreto).

Papa Montini fece fortissime denunce pubbliche, parlando di “autodemolizione “ e di “fumo di satana entrato nel tempio”.  Lo stesso fece S. Giovanni Paolo II, parlando di “vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa anche la Liturgia…”(6.2.1981), Benedetto XVI proprio a Fatima (12.5.2010) ammonì come  “le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”. Papa Francesco ha più volte richiamato fedeli e clero alla loro dignità e,  parafrasando Rosmini, descrive (22.12.2014) 15 piaghe della Chiesa concludendo che «la guarigione è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura».

E’ quindi con serena fiducia che  dobbiamo affrontare i problemi dell’ora presente, per amore della Chiesa nostra madre e dei nostri fratelli. La soluzione più immediata e visibile rimane il ricorso alla Madonna, come Ella stessa ha più volte ricordato; a Fatima e altrove. S. Caterina Labourè nel 1830 La vide con  i piedi sul mondo, nell’atto di schiacciare un serpente. Nelle mani alzate teneva un globo; gli occhi al cielo. La Madonna abbassò lo sguardo su di lei ed una voce interiore le parlò. “Questo globo che vedi rappresenta il mondo intero, la Francia … ed ogni persona in particolare”. Maria lo offriva al Cielo; i suoi piedi  sul globo rappresentano la regalità di Maria. Si offre ciò che si possiede. Maria è regina del cielo e della terra. Maria è madre della Chiesa. Maria è la soluzione dei problemi.

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