Giovani nuovo feticcio progressista, tra dote 18 e amenità assortite: ma su Seid, Saman e Camilla solo tanta ipocrisia!

Giovani nuovo feticcio progressista, tra dote 18 e amenità assortite: ma su Seid, Saman e Camilla solo tanta ipocrisia!

SICUREZZA SUL LAVORO? POLITICHE PER LA FAMIGLIA? RIFORMA DELLA GIUSTIZIA? NO. ERBA LIBERA

Di Dalila Di Dio

Voto ai sedicenni, future generazioni in Costituzione, dote18: pare che i giovani siano al centro dei pensieri della politica italiana, tutta preoccupata di raccoglierne le istanze, ascoltarne e assecondarne i desideri e rispondere alle loro necessità.

Nelle agende politiche di tutti i partiti, la parola giovani riecheggia come un mantra: certo, alcuni vogliono garantirgli lavoro e sostegno per costruirsi una famiglia, altri paghette di Stato e soggiorni all’estero a spese dei contribuenti ma, a modo loro, tutti i soggetti dell’arco costituzionale stanno puntando ai giovani.

Un elettorato ancora in formazione che bisogna accaparrarsi ad ogni costo.

Giovani – e, per PD e affini, stranieri, possibilmente irregolari – costituiscono un bacino sconfinato a cui attingere ammiccando con proposte al limite del voto di scambio, spesso ridicole e inutili ma molto adatte a campagne mediatiche acchiappalike.

Solo poche ore fa, il segretario del PD Enrico Letta ha licenziato come una grande vittoria il passaggio alla Camera della legge di riforma costituzionale volta ad attribuire il voto al Senato ai diciottenni: “so che pare assurdo” ha scritto “ma in Italia oggi bisogna avere 25 anni per votare al Senato. Quando poi si dice che i giovani…”

Quella in dirittura d’arrivo – rimedio urgente alle discriminazioni dei Padri Costituenti – è la riforma che tutti, in lungo e largo per la Nazione, stavano aspettando: dopo aver appreso la notizia, infatti, orde di giovani si sono riversate nelle piazze per festeggiare questa svolta epocale. Un’altra lotta di civiltà che il PD può finalmente intestarsi.

Certo, rimane il problema Presidenza della Repubblica. “Pare assurdo” (cit.) ma per essere eletti alla carica di Capo dello Stato bisogna aver compiuto 50 anni!

È un’emergenza a cui, siamo certi, il PD saprà offrire presto una efficace soluzione.

Su altri fonti, in questi giorni le 6000sardine – la costola scema del PD – stanno dedicando tutti i loro sforzi ad un’altra battaglia campale: “perché è un tema che riguarda milioni di italiani…combattere certe battaglie significa pretendere che ci sia un’evoluzione in quello che vivi” ed ancora “perché siamo nel 2021 ma con i nostri silenzi alimentiamo una società fottutamente conservatrice” e “perché insieme possiamo vincere una battaglia di legalità e trasformare un tabù in un’opportunità di consapevolezza”.

Sicurezza sul lavoro? Politiche per la famiglia? Riforma della giustizia? No. Erba libera.

E che dire di dote18? Togliere ai ricchi per dare diecimila euro a dei ragazzini appena usciti dalla scuola: non diritto allo studio, non un sistema universitario efficiente e meritocratico, non vie d’accesso veloci al lavoro – possibilmente, non quello che capita ma quello per cui ciascuno ha studiato e si è formato – e nemmeno un sistema di welfare che metta in condizione i giovani di creare una famiglia e fare figli prima dei 40 anni.

No. A un diciottenne che si affaccia alle prime responsabilità della vita da adulto il PD vuole dare la mancetta. E poi incrociare le dita e sperare che il diciottenne suddetto ricambi con una crocetta sulla scheda elettorale.

Non c’è che dire, lungimiranza e concretezza connotano l’azione politica dei progressisti. Giovani, coi giovani, per i giovani. Ma non tutti i giovani.

Perché a volte i giovani, con le loro storie, sono scomodi: pongono problemi a cui il progressista medio, arcobalenato, aperto, moderno, non sa come rispondere, immerso com’è nella sua ipocrisia.

Così succede che Seid, a 20 anni, decida di togliersi la vita: è mamma Maddalena a spiegare – costretta dalle strumentalizzazioni politiche di quel gesto – che Seid soffriva l’isolamento da lockdown “chiuso 24 ore su 24 in una stanza nello studentato” e che quindi “uno dei motivi scatenanti di tutto questo inferno è stato l’isolamento dei ragazzi”.

E benché i genitori spieghino che no, il razzismo non c’entra, ma sono stati la reclusione e l’isolamento a fare scattare qualcosa nel cuore del figlio e a farlo precipitare velocemente, Seid, il giovane Seid, per il PD diventa solo un’arma da brandire contro le destre razziste e xenofobe. Un giovane nelle mani di Murge e Saviani vari che fiutano il sangue come belve affamate e non si fanno scrupoli a strumentalizzare la morte di un diciottenne per fomentare odio e violenza contro quelli che, a loro insindacabile giudizio, sono “responsabili”.

Poi succede anche che Saman, a 18 anni, venga uccisa dalla sua stessa famiglia pachistana perché desiderava troppo vivere una vita normale, all’occidentale, in cui scegliere da sé chi sposare, liberamente: ma anche su Saman, la giovane Saman, è dura dire la verità. Bisognerebbe ammettere che qualcosa è andato storto, che l’integrazione non è qualcosa che puoi semplicemente proclamare nelle piazze petalose, che in Italia c’è un problema di gestione dell’Islam radicale, presente, radicato e incontrollato. E allora vien fuori che la diciottenne pachistana non è morta di integralismo ma di patriarcato.

Il PD salva la faccia e si libera da ogni responsabilità. E poco importa se per farlo bisogna sputare sulla memoria di Saman, la giovane Saman manipolando ideologicamente la sua storia, la sua vita, la sua tragica fine.

Infine, in questa settimana terribile, Camilla muore a 18 anni, dopo che le è stato somministrato un vaccino che non avrebbe dovuto esserle somministrato. Dopo che a lei e ai suoi coetanei è stata offerta la possibilità di vaccinarsi volontariamente, con la promessa di riottenere la libertà, di poter fare la vacanza della maturità o andare a ballare, senza restrizioni.

Dopo che si è propagandata in lungo e largo la sicurezza di un preparato che sicuro, per Camilla e i suoi coetanei, non era affatto. Camilla, la giovane Camilla, è morta di incompetenza, di mancanza di coraggio nell’assumersi la responsabilità di decisioni difficili, di propaganda. Camilla è morta perché lo Stato che avrebbe dovuto garantirle sicurezza e tutela l’ha tradita.

E in Italia, oltre diecimila adolescenti, diecimila giovani – a cui, secondo Letta, bisogna dare urgentemente il voto, dote18, l’erba libera ed altre amenità piddine – stanno correndo il rischio di Camilla. Senza che alcuno chieda scusa.

Perché si sono fidati dello Stato e della scienza. Frattanto, Roberto Speranza rimane al suo posto. Quando poi si dice che i progressisti…

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