Prorogare lo stato di emergenza? Tante domande

É LA “NUOVA-NORMALITÁ”, OSSIA UNA NON-NORMALITÁ

Di Daniele Trabucco

Il Governo della Repubblica sta valutando la possibilità, con decreto-legge, di allungare lo stato di emergenza di rilievo nazionale, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 31 gennaio 2020 per contenere la diffusione dell’agente virale Sars-Cov2, oltre la data del 31 luglio 2021. In base al d.lgs. n. 1/2018 e successive modificazioni (c.d. Codice della Protezione civile) la sua durata, ex art. 24, comma 3, é di 12 mesi prorogabile di altri 12.

Questo significa arrivare al massimo fino al 30 gennaio 2022.

Ora, sul punto, tre brevi considerazioni:

1) una decisione a più di un mese di distanza dalla scadenza appare poco opportuna, ben potendo l’Esecutivo, qualora ve ne siano le condizioni, procedere in questo senso in presenza di un quadro epidemiologico più chiaro e aggiornato;

2) é quanto mai necessario “costituzionalizzare” (superando le “paure” che i Costituenti avevano di fronte lo spettro dell’art. 48 della Costituzione di Weimar del 1919) lo stato di eccezione sia attraverso l’indicazione del termine finale, sia prevedendo un ruolo attivo del Parlamento, soprattutto in una Repubblica di tipo parlamentare. Questo sottrarrebbe alle fonti primarie di produzione del diritto (come un decreto-legge) la facoltà di modificare, abrogare o derogare la durata dell’emergenza. Infatti, de iure condito, che cosa impedirebbe al Governo Draghi di adottare, in futuro, un provvedimento provvisorio avente forza di legge volto a stabilire in 36 o 48 mesi il termine massimo?

3) la vaccinazione in piena pandemia é, da autorevoli studiosi (si veda il Premio Nobel 2008 prof. Luc Montagnier o il contributo del prof. Garavelli, Direttore dell’unità operativa di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara), sconsigliata dal momento che il virus reagirà mutando, producendo le varianti. Lo spettro della “Delta” (in Italia al momento sotto l’1%) già si intravede in vista della stagione autunnale. Prepariamoci…

É la “nuova-normalitá”, ossia una non-normalitá.

* Costituzionalista

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