Aborto, arriva in Italia “Unplanned. La storia vera di Abby Johnson”

IN ANTEPRIMA NAZIONALE A ROMA L’8 LUGLIO E IL 28 E 29 SETTEMBRE IN TUTTA ITALIA. IL FILM CHE MOSTRA COSA È UN ABORTO

Di Enzo Vitale

È ufficiale. Anche in Italia (senza sottotitoli come nell’originale inglese circolato per un po’ di tempo tra gli addetti ai lavori), si potrà vedere il film che ha riscosso un grandissimo successo oltre oceano e che qui in Italia ha avuto una difficoltà enorme ad essere diffuso. All’estero, il film è stato vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali (prodotto da Solideo gloriae distribuito da Pureflix negli Stati Uniti): si tratta di Unplanned. La storia vera di Abby Johnson, tratto dall’altrettanto scomodo testo Scartati. La mia via con l’aborto(pubblicato in Italia da Rubettino nel 2015).

Il problema che sottostà a questo film è, pur cambiando luogo, tempo e argomento, sempre lo stesso: se vuoi dire la verità ti faranno mille problemi!

E così è stato per questo film che mostra, con il linguaggio del cinema, cosa sia un aborto.

In Italia, lo sappiamo, ci sono cose che assolutamente non vanno toccate. Una fra tutte è la legge 194 del 1978 che permette il ricorso all’aborto. Leggendo il testo di legge tutti si rendono conto delle grandi contraddizioni in esso contenute a partire dallo stesso titolo.

Non si può toccare “il tabù 194” perché farlo significherebbe ledere un diritto della donna, metterne a rischio “la salute”, far tremare il pilastro centrale del “progresso civile”… insomma, pur non di non toccare tutte “queste cose”, si permette di colpire l’unico che non può difendersi e che, pur non di non discutere – perché non è ammesso neanche parlarne! – può essere massacrato.

Abby, la protagonista del film (chiariamo che è una storia vera!), è una giovane ragazza che entra a far parte dell’organizzazione Planned Parenthood, una organizzazione no profit che – leggiamo sul sito della stessa – si occupa di “salute sessuale e riproduttiva”(concetto in cui è compreso, tra l’altro, per chi non lo sapesse, il ricorso all’aborto). In questa associazione, nel giro di poco tempo, dopo aver vinto il premio come dipendente dell’anno, scala i vertici assumendone importanti ruoli di responsabilità: in pochi anni diviene il più giovane direttore della storia, fino a quel momento.

Abby ci crede, ci crede davvero, ma in realtà non sa in cosa crede. Non si rende conto di ciò che accade realmente in quelle stanze della morte e quale sia la menzogna di cui lei stessa è stata vittima, beffata, anni prima.

Se ne renderà conto per caso, un giorno, costretta a sostituire una sua collega: chiamata ad assistere ad un aborto, dalla parte di coloro che lo eseguono, si rende conto della carneficina nascosta dietro l’apparente filantropia. E lì capisce!

L’aborto è l’uccisione di una vita innocente nel grembo della propria madre, luogo in cui – grande paradosso – un bambino dovrebbe maggiormente essere custodito.

Stravolta da quanto visto, si rende conto che ciò in cui credeva era barbarità, mostruosità, applicata in modo scientifico e pianificato per fare soldi. Da quel momento la sua vita cambia ed iniziano anche i problemi…

La storia di Abby aiuta a comprendere come le idee diffuse nel nostro mondo, ai nostri giorni, ci condizionino con estrema facilità, ci segnano e ci fanno apparire “normale” anche un atto criminale spacciato, come si sa, per un “gesto di bene”.

Da dirigente dell’organizzazione diviene, allora, una delle più grandi sostenitrici pro-life dei nostri giorni. Questa la storia raccontata nel film, di cui, ovviamente non spoileriamo il tutto: nel trailer (https://www.youtube.com/watch?v=3aQTF2OGZQ8)un piccolo assaggio di cosa stiamo parlando.

In Italia, compito di diffondere il film è della Dominus Production di Federica Picchi. La prima nazionale sarà giovedì 8 luglio, alle 20.30, al Cinema Adriano, a Roma: poi, il 28 e 29 settembre, speriamo di vederlo in tutti i cinema italiani (tutte le informazioni si possono trovare sul sitowww.unplanned.it).

Sappiamo – lo abbiamo detto – che si tratta di un argomento di cui non si può parlare. Ebbene… io vi invito a vederlo. Poi mi direte! Buona visione.

 

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