Signori Lgbtq+… Giù le mani da Papa Francesco!

SIGNOR* LGBTQI+ …. GIU’ LE MANI DA PAPA FRANCESCO!

Di Diego Torre

Che delusione! Pensavano di averlo ingabbiato, di averlo complice nella demolizione della legge naturale e della dottrina cristiana; a forza di silenziare o modificare il senso delle sue dichiarazioni per ingannare i gonzi, si erano convinti della veridicità della loro truffa. Poi arriva la nota, mite, discreta e pertinente,  della Santa Sede sul ddl Zan e tutti rimangono sorpresi e scandalizzati dalla ”indebita ingerenza”.

Avevano iniziato, con successo, dall’aereo che lo riportava in Italia da Rio De Janeiro il 29.6.2013, agli albori del suo pontificato. Aveva dichiarato Papa Francesco: “Se una persona è gay e cerca il Signore, ed ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” Chiaramente il Papa alludeva ad un giudizio in foro interno, sulla persona e non sugli atti omosessuali, aggiungendo la ricerca di Dio e la buona volontà di vivere nella Sua legge. Ma per essere ancora più chiaro su questo tema complesso e difficilmente trattabile in una conferenza stampa, aveva aggiunto : “ Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega ben tutto questo “. Ebbene, nella comunicazione mediatica, alla gente è passata solo il “chi sono io per giudicarla?”. E sono partite da lì tutte le idiozie sul Papa che cambiava la dottrina della Chiesa.

Successivamente Papa Francesco non ha mancato di fare sentire la sua voce sul gender. “io mi domando, se la cosiddetta teoria del “gender” non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione” (15,4,2015), “uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione” (22.3.2015).

Circa gli “interventi” nelle scuole egli ha espresso il rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”” (11.4.2014); un’autentica colonizzazione ideologica” (termine usato più volte dal papa).

In sintesi: «In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche.  E una di queste, lo dico chiaramente con “nome e cognome”, è il gender». «Oggi ai bambini, ai bambini!, a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo si può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile.” (27.7.2016).

Potremmo continuare con altre citazioni di discorsi; ma anche con Amoris laetitia o con la prefazione al libro che raccoglie gli scritti di Benedetto XVI,  Liberare la libertà. Fede e politica nel terzo millennio (6.5.2018). 

Nel libro intervista San Giovanni Paolo Magno del febbraio 2020, alla domanda di  don Luigi Maria Epicoco: “in questo momento storico qual è la modalità più specifica attraverso cui il male si fa presente e agisce? , così il Papa risponde: “Una di queste è la teoria del Gender. Voglio però subito precisare che dicendo questo non mi sto riferendo a coloro che hanno un orientamento omosessuale… Il mio riferimento è più ampio e riguarda una pericolosa radice culturale. Essa si propone implicitamente di voler distruggere alla radice quel progetto creaturale che Dio ha voluto per ciascuno di noi: la diversità, la distinzione. Far diventare tutto omogeneo, neutrale. È l’attacco alla differenza, alla creatività di Dio, all’uomo e la donna. Se io dico in maniera chiara questa cosa, non è per discriminare qualcuno, ma semplicemente per mettere in guardia tutti dalla tentazione di cadere in quello che è stato il progetto folle degli abitanti di Babele: annullare le diversità per cercare in questo annullamento un’unica lingua, un’unica forma, un unico popolo. Questa apparente uniformità li ha portati all’autodistruzione perché è un progetto ideologico che non tiene conto della realtà, della vera diversità delle persone, dell’unicità di ognuno, della differenza di ognuno… Il cristianesimo ha sempre dato priorità al fatto più che alle idee. Nel Gender si vede come un’idea vuole imporsi sulla realtà e questo in maniera subdola. Vuole minare alle basi l’umanità in tutti gli ambiti e in tutte le declinazioni educative possibili, e sta diventando un’imposizione culturale che più che nascere dal basso è imposta dall’alto da alcuni Stati stessi come unica strada culturale possibile a cui adeguarsi».

Ma quante di queste dichiarazioni ne trasmette il sistema massmediatico quante giungono al grande pubblico, quanto le conoscono e le diffondono gli stessi cristiani? 

E’ pertanto ridicolo fantasticare di una nota diplomatica trasmessa all’insaputa del Papa. Lo smentisce l’intervento successivo del card. Parolin, segretario di stato, e lo spiega il card. Re, decano del collegio cardinalizio, in una intervista appena concessa al Messaggero: ” La curia fa quello che indica il pontefice, è a suo servizio e agisce ovviamente in consonanza con lui. Non è che la curia va da una parte e il Papa dall’altra. Per quello che posso dire so che la Segreteria di Stato ha agito con la approvazione del Santo Padre. Altre letture o ipotesi non le vedo, non ci sono”.

La finiscano allora di tirare Papa Francesco per la talare, per fargli dire cose non dette e non pensate, e per scandalizzarsi ipocritamente quando il tentativo fallisce. La Chiesa, custode della Rivelazione, in forza dell’essere “Madre e Maestra” (cf Giovanni XXIII) ed  «esperta di umanità» (cf Paolo VI), dirà sempre quelle verità sulla realtà  divina e sulla natura umana, rispettando le quali gli uomini vivono serenamente la vita terrena in attesa della felicità eterna.

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