Brutalmente ucciso dai talebani perché era un comico. Intanto a Londra…

NON C’È NULLA DIVERTENTE NELL’ISLAM E SE PROVOCHI UN SORRISO PORTI CORRUZIONE SULLA TERRA E DEVI MORIRE, COSÌ È SCRITTO

Di Lorenzo Capellini Mion

Kandahar, Afghanistan. Questo è il viso di Nazar Mohammad, conosciuto come Khasha Zawan, era un comico locale che è stato brutalmente ucciso dai talebani sostenuti dal Pakistan.

Sulle prime i talebani avevano negato il suo assassinio ma in seguito è emerso un video in cui viene ammazzato e i talebani hanno rivendicato la sua uccisione dicendo che si trattava di un comico. E questo è contro l’Islam. Non c’è nulla divertente nell’Islam e se provochi un sorriso porti corruzione sulla Terra e devi morire, così è scritto.

Khasha, prima di essere ammazzato come un cane, è stato insultato e umiliato da giovani studenti musulmani come lui ma più puri di lui, intrappolati come sono nel sesto secolo. Straziano il cuore le immagini in cui, irridenti, lo prendono a schiaffi.

Attori, comici, cantanti e commedianti sarebbe il vostro momento, se solo non foste troppo impegnati a combattere per diritti che esistono già e che nessuno rinnega. Chissà come mai quando non costa nulla ci siete sempre.

Riposa in pace, Nasir Mohammad (Khasha Zawan)

Intanto a Londra, nei pressi dell’iconico Speakers’ Corner di Hyde Park, la giovane ex musulmana franco-turca convertita al cristianesimo Hatun Tash è stata pugnalata alle braccia e sulla faccia, per miracolo non è stata sgozzata.

La ragazza al momento dell’attacco indossava una maglietta di Charlie Hebdo con lo slogan “Love is Stronger Than Hate”: l’amore è più forte dell’odio. E le parole di Hatun rivolte ai musulmani presenti subito dopo l’attacco lo dimostrano, che forza d’animo questa ragazza.

L’aggressore risulta ancora introvabile, siccome non è la prima volta che Hatun subisce minacce e aggressioni e siccome esiste un video inequivocabile si sa che si tratti di un attacco di matrice islamica ma la polizia invita a non speculare sui possibili motivi. Ok.

Nel frattempo se Hatun Tash avesse indossato un Hijab o una maglietta diversa, che ne so del Black Lives Matter, altro che speculazioni, avreste il consumo di milionarie ginocchia e il titolo di prima pagina del giornale unico per una settimana e più. Potrei attendere le reazioni di protesta dei paladini in servizio permanente per i diritti delle donne alla libertà di parola ma dovrei attendere parecchio, vanamente. Perché quando anche il più nobile dei decantati principi si scontra con l’Islam esso si scioglie come neve al sole denudando la loro ipocrisia.

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