Un vero apostolo deve saper accettare le tribolazioni per amore di Cristo
OGGI I CRISTIANI SONO TORNATI PAGANI E NON INTERESSA LORO ALTRA SALVEZZA CHE LA SALUTE FISICA
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
A Tessalonica S. Paolo era arrivato con Sila da Filippi, città della Macedonia. Lì per una falsa accusa, aveva subito la flagellazione e il carcere: tribolazioni che un vero apostolo deve saper accettare per amore di Cristo.
A Tessalonica alcuni si convertirono e così nacque una piccola comunità di credenti. Con amore di padre e di madre, egli li generò alla vita cristiana, esortandoli uno per uno a comportarsi “in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria” (1Tes 2,12).
Per non essere d’aggravio a nessuno, egli si guadagnava il pane col suo lavoro, mostrando con i fatti la sua scelta di annunciare il Vangelo gratuitamente e non per interesse.
Con amore sincero, spezzava loro la parola di Dio e loro l’avevano accolta, “non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti” (v.13).
La fede nasce dall’ascolto. Anche oggi è così: l’annunzio del Vangelo è il primo compito dell’apostolo. Oggi i cristiani sono tornati pagani e non interessa loro altra salvezza che la salute.
L’ipocrisia rende come “sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume”. Molti farisei erano e sono così; l’ipocrisia non muore mai; così l’odio per i veri profeti. Chi odia i veri apostoli di Dio, è figlio di Satana, che non può sopportare la luce della verità. Purtroppo, questo vale pure dentro la Chiesa. Solo chi ama la verità viene alla luce.