“Il rapporto tra Raffaella Carrà e Padre Pio? Devozione silenziosa e sincera”
L’URNA DELLE CENERI DI RAFFAELLA CARRÀ È STATA PORTATA A SAN GIOVANNI ROTONDO, PRESSO LA SEDE DI TELE RADIO PADRE PIO. INTERVISTA A PADRE LUCIANO LOTTI
–
Di Bruno Volpe
“Il rapporto tra Raffaella Carrà e Padre Pio? Devozione silenziosa e sincera”. Ce lo dice in questa intervista Padre Luciano Lotti, Segretario Generale dei Gruppi di Preghiera Padre Pio.
Nello scorso fine settimana l’urna delle ceneri di Raffaella Carrà è stata portata a San Giovanni Rotondo, presso la sede di Tele Radio Padre Pio. La Carrà aveva una particolare devozione per il santo delle stigmate, nata dopo uno spettacolo del 2002 tenuto a San Giovanni Rotondo.
Padre Lotti, che cosa ha rappresentato la presenza dell’urna delle ceneri di Raffaella Carrà sia per San Giovanni che per la fede?
“Padre Pio ha avuto sempre un occhio di riguardo e grande considerazione per il mondo dell’arte, per tutti gli attori indipendentemente dalle loro idee. Aveva parole di incoraggiamento e la presenza dell’urna della Carrà in questo momento storico, quello della pandemia che ha creato tanti danni allo spettacolo e agli artisti, vuol essere appunto un anelito di speranza e di fiducia. Padre Pio davanti ad ogni artista, anche non credente diceva: c’è sempre una porta aperta e qui a San Giovanni Rotondo lasciamo e vogliamo che questa porta resti sempre così”.
Ovviamente la Carrà non ha conosciuto fisicamente Padre Pio. Però nel 2002 in occasione della sua canonizzazione, ha tenuto a San Giovanni Rotondo uno spettacolo ..
“Vero, è venuta qui per uno spettacolo di ispirazione cristiana legato a Padre Pio. Da allora in poi è stata di casa, ma in modo molto discreto e nel nascondimento. Non voleva che si sapesse fosse qui, non gradiva che si dicesse in giro”.
Che tipo di devozione era?
“Silenziosa e discreta”.
Ed ecco Stefano Campanella, direttore di Tele Radio Padre Pio, dove l’urna ha sostato: “E’ stato un segnale di continuità e di devozione in un momento critico per il mondo dello spettacolo. Raffaella Carrà si avvicinò a noi per amicizia di una funzionaria Rai Elena Balestri, di Radio Giubileo. La Balestri era una persona devota, coetanea della Carrà. In occasione della canonizzazione del santo nel 2002 la Carrà propose uno spettacolo dal titolo: Un Uomo che si innamorò di Dio con la regia di Japino, la Carrà autrice e Padre Luciano Lotti”.