La metro di Milano tappezzata di manifesti che alludono in maniera volgare agli organi sessuali

La metro di Milano tappezzata di manifesti che alludono in maniera volgare agli organi sessuali

COME SE NON BASTASSE L’ISTITUTO DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA HA AVALLATO I MANIFESTI INDECENTI

A cura di Angelica La Rosa

In occasione del lancio della terza stagione della serie tv Sex Education, la metropolitana di Milano è stata tappezzata di manifesti che alludono in maniera volgare agli organi sessuali maschili e femminili.

«È inammissibile che simili poster siano sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei bambini, come se non bastassero i media mainstream e Internet che già bombardano i più piccoli con messaggi inopportuni e inadatti alla loro età, causando pesanti ricadute tanto sul piano psicofisico che su quello sociale e veicolando una vera e propria diseducazione sessuale», il commento di Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.

La Onlus già da settimane sta promuovendo, insieme a Meter Onlus, una campagna contro l’ipersessualizzazione dei minori sui media e ha ora lanciato una petizione per chiedere al Comune di Milano di rimuovere i manifesti.

«Sono indecenti e immorali e vanno tolti subito. Campagne pubblicitarie come questa calpestano tutti gli sforzi che da anni associazioni come la nostra e realtà come l’Onu e le istituzioni europee mettono in campo per tutelare la crescita e l’educazione dei nostri figli, sempre più indifesi davanti alla sessualità, soprattutto online», la denuncia di Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita & Famiglia.

Come se non bastasse – continua la nota di Pro Vita & Famiglia – lo IAP, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha avallato i manifesti indecenti. Nonostante le segnalazioni che hanno denunciato le affissioni come indecenti e volgari, infatti, l’Istituto ha rigettato tali accuse.

«Una decisione assurda, se pensiamo che in passato proprio lo IAP aveva giudicato “lesivi della dignità dei bambini” i nostri manifesti contro l’utero in affitto e commentato come “falsati e non veritieri” quelli contro l’eutanasia», ha ricordato Toni Brandi.

«Un comportamento incoerente, che in questo caso va contro la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Cosa occorre per poter indignare? Forme falliche e riferimenti ad organi genitali non sono già abbastanza?» ha concluso Brandi.

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