Le poesie di “Versi Immersi” come strumento di riflessione sull’animo umano

LA POESIA NON LASCIA INDIFFERENTI QUANDO A GENERARLA È UN CUORE SINCERO

Di Maria Luisa Donatiello

Non si chiede al poeta di spiegare la propria poesia giacché qualunque altra parola, oltre quelle che compongono le poesie stesse, snaturerebbe quanto scritto che è già di per sé la migliore espressione e la più alta manifestazione del mondo interiore del poeta. Si, perché la poesia in particolare, più di ogni altro genere letterario, svela profondamente l’interiorità dell’autore, tutta la sua umanità imperfetta, umanità che, mostrata appunto senza veli, nel bene e nel male, consente al lettore di indagare le profondità dell’animo umano.

La poesia non lascia indifferenti quando a generarla è un cuore sincero, a tratti ferito e disincantato, eppure alla continua ricerca del senso profondo dell’esistere e desideroso di amore, di felicità e di verità.

È il caso della lettura della raccolta di poesie dal titolo “Versi Immersi” (Graus Edizioni, 2020) della scrittrice, medico e musicista irpina Graziella Di Grezia presentata per la prima volta ad Avellino nei giorni di sabato 9 e di domenica 10 Ottobre presso la sede dell’Università Irpina della Terza Età e del Tempo Libero le cui pareti per l’occasione sono state tappezzate di poesie incorniciate e poste in bella mostra perché arrivassero immediate agli occhi e scagliate come macigni al cuore dei presenti.

Le tematiche, molteplici, sono trattate dalla poetessa con impeto amaro e sincero tanto da indurre a profonde riflessioni etiche e finanche bioetiche, tanto da far scaturire le più ataviche domande di senso sulla vita. Le poesie sembrano a tratti aforismi e dure sentenze. Non lascia indifferenti il componimento sul tema della famiglia, sempre più sotto attacco in questo tempo: “Siamo pezzi di famiglie/ fatte a pezzi/da altre famiglie/ nate su pezzi di famiglie/ che fanno esercizi di/ ricostruzione.”

Molte anche le poesie dallo slancio ottimistico come la numero 50: “Ci sia sempre/ il favore/ della benevolenza/ e della sincerità. / Ci sia sempre/ la forza di/ perdere/ senza perdere/ le speranze. / Ci sia sempre/ la forza/ di sbagliare/ con la capacità/ di ricominciare.”E come la numero 69 che è un invito a ricominciare sempre: “Sono entrata/ dall’uscita/ e ho cambiato/ destinazione./ Avevo finito/ i finali./ E così/ ho deciso/ di riscrivere/ gli inizi.”

Durissime le poesie di denuncia dei cattivi sentimenti e delle cattive relazioni di cui il genere umano fa quotidianamente esperienza: “Non ho abbastanza bare / per sigillare i miei rimpianti, / per seppellire gli errori, / per decorare / con corone di fiori / un’offesa ricevuta, / un’omissione affettiva, / un’omertà intellettuale. / Ho le condoglianze / per la miseria umana, / per il disamore quotidiano, / per l’indifferenza emotiva. / Leggete il non detto / ascoltate il non pensato. / Prima che il tempo sia scaduto. / Prima che il tempo sia caduto. / Ploff.”

Molto interessante è la “Sezione Med”, all’interno della raccolta, tutta dedicata a temi legati alla medicina, alle esperienze vissute in ambito ospedaliero, a personaggi, ai quali il lettore non può non affezionarsi, e a quadri di vita medica a contatto con persone sofferenti e con la morte. Forte la poesia dedicata al delicato tema della PMA (procreazione medicalmente assistita): “Facciamo quattro giri di fivet / come quattro giri di valzer / su un tappeto di siringhe / e una vestaglia da sera. / Ballando da sole / giriamo con la testa / amando un figlio che / non sapremo se verrà.”

Grande è la forza della poesia quando si fa riflessione profonda sull’animo umano, sulla persona umana, sul suo essere unicum di mente, corpo e spirito, sulla caducità dell’esistenza terrena, sulla precarietà delle relazioni umane che a volte deludono, eppure anche sulla incessante ricerca di eternità, della vera felicità, del senso ultimo della vita, del vero amore, di Dio che è propria dell’essere umano e insita nella sua natura.

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