Il Sacerdote che segue Cristo è un uomo scomodo

IL BUON PASTORE DÀ LA VITA

Di Padre Giuseppe Tagliareni

Gesù è il “buon pastore”, venuto perché le pecorelle del suo gregge “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). E quanto ha promesso, egli lo realizza, dando ai suoi fedeli la vita eterna, mediante la sua Parola e la sua Eucaristia. Infatti, la sua Parola è tale che chi la pratica “non vedrà mai la morte” (Gv 8,51), e il suo pane eucaristico è tale che chi ne mangia “vivrà in eterno” (Gv 6,58). Questo egli ha ottenuto da Dio, sacrificando la sua vita sulla croce per espiare tutti i loro peccati. La risurrezione di Gesù ne è la controprova: il Padre ha accettato il sacrificio ed ha ridato all’uomo la vita. Il corpo di Cristo risorto trionfa sulla morte. Questo dimostra che Gesù dice il vero. Chi l’accoglie, avrà la vera vita.

Il Sacerdote è il ministro sacro che rappresenta Cristo, lo incarna e ne prolunga la missione lungo i secoli per i vari uomini che si succedono nei diversi tempi e luoghi. È un afferrato da Cristo, un “pescatore di uomini” (Mt 4,19), un “ministro di Cristo e dispensatore dei misteri di Dio” (cfr. 1 Cor 4,1), debole in se stesso perché in lui si manifesti la potenza di Cristo (cfr. 2 Cor 12,9-10), ma disposto ad affrontare ogni genere di pericoli, di fatiche e travagli senza numero (cfr. 2 Cor 11,26-27) per seguire l’esempio del Maestro e portare a compimento l’ufficio ricevuto, anche a prezzo della vita. È chiaro che il nemico di Dio si oppone a chi vuole portare anime a Dio e fa di tutto per ostacolarlo. Ma il vero Apostolo sa che deve dare la vita per le pecore, come richiede il suo compito (cfr. Gv 10,11) affidatogli da Cristo, altrimenti diventa un falso pastore, un pastore idolo.

È quanto lamenta il profeta Ezechiele a nome di Dio. I cattivi pastori d’Israele fanno deviare il popolo dall’adesione al vero culto di Dio; pascono se stessi e depredano il gregge; non si curano delle pecore malate o sbandate o disperse e lasciano il gregge in preda alle bestie selvatiche, per cui Dio stesso andrà in cerca delle sue pecore e le pascerà con giustizia (cfr. Ez 34,1-16). E questo è proprio ciò che Egli ha fatto in Gesù e con i suoi fedeli discepoli: a questi è affidato il compito di prolungare l’opera di Cristo in favore della sua Chiesa, sua Sposa, fino a farla comparire davanti a lui tutta santa e senza rughe né macchie (cfr. Ef 5,26-27). Per questo, essere sacerdoti è un compito altissimo, tanto necessario quanto difficile, che solo per l’assoluta fedeltà del Signore al suo consacrato si può portare avanti.

Aderente a Cristo non solo col Battesimo, ma col sacramento dell’Ordine che gli conferisce un carattere permanente e un legame speciale col Signore, il consacrato del Signore incarna Cristo perché egli possa continuare a compiere il servizio sacerdotale della nuova ed eterna Alleanza. Questo lo fa col triplice munus di insegnare, reg-gere e santificare proprio di Cristo. Egli riceve dal Padre ogni potere per allontanare il Maligno, condurre alla conversione gli uomini, nutrirli con la Parola di Dio e con l’Eucaristia, santificarli nel vero culto voluto da Dio e reggerli nelle Sue vie, lontano dai pericoli del mondo che si oppone a Dio.

Il Sacerdote impersona Cristo, si riveste di lui, gli dà mani e bocca, cuore e piedi per poter continuare la sua opera di salvezza, a nome della SS. Trinità. Come il Padre, egli dà la vita che non muore; come il Figlio, egli dà la vera scienza e sapienza divina; come lo Spirito egli infonde la grazia e la santità, l’amore e la comunione. Vediamo in particolare.

a) Dio Padre si rispecchia nel Sacerdote quando questi rigenera le anime con la Parola di Dio e i Sacramenti, in particolare il Battesimo. Per i meriti di Cristo, viene concessa vita nuova all’anima: una vita che durerà in eterno. Per questo il Sacerdote viene detto “Padre”: in verità egli genera col Vangelo, con l’acqua e lo Spirito Santo (cfr. 1 Cor 4,15). Il Battesimo è nuova nascita, che continuamente si accresce con gli altri Sacramenti, specialmente l’Eucaristia.

b) Dio Figlio si rispecchia nel Sacerdote soprattutto quando egli insegna la verità che libera e salva, mediante il santo Vangelo. È qui la vera sapienza; è qui la Parola che, se osservata, dà una vita che non perisce. Il Sacerdote prima di annunziarla la vive, ben sapendo che è questo che lo rende caro a Cristo. Questa è la sua ricchezza inesauribile. Egli, come saggio scriba, tira fuori tesori antichi e nuovi dalle Sacre Scritture e ne da la retta comprensione.

c) Dio Spirito Santo mediante il Sacerdote inizia la sua opera di santificazione dell’anima: toglie il peccato, abbatte i vizi, colma le lacune, conferisce le virtù, concede i Suoi doni e carismi particolari, rende il culto accetto a Dio, “in spirito e verità” (Gv 4,23-24). Egli concede l’amore di carità, che è “il vincolo di perfezione” (Col 3,14). Il Sacerdote anima la comunità con lo spirito di carità e di unità, perché renda testimonianza autentica al nome di Cristo.

Quando il Sacerdote è “buon pastore”, le anime amanti di Dio lo sentono e ascoltano la sua voce. I nemici, al contrario, lo fuggono, lo evitano, lo calunniano, l’attaccano e se possibile, lo tolgono di mezzo, perché la sua parola e più ancora il suo esempio gridano una verità che essi non possono sopportare né accettare: quella che ogni anima deve tornare a Dio, riconoscerlo come muni-fico Datore della vita e come fine della propria esistenza. Essi rifiuta-no la conversione, perché vogliono farsi “come Dio”, autori del proprio bene, ben sapendo che questo è falso e di breve durata e che nulla potrà scampare la morte e il giudizio di Dio.

Il Sacerdote che segue Cristo è un uomo scomodo: non si adatta al mondo e alle sue mode, ne disprezza gli idoli di vanità, ne contesta le logiche mortifere di violenza, menzogna e prevaricazione, che seminano ingiustizie e vittime senza fine. Col suo celibato volontario contesta l’idolatria del sesso; col suo affidamento alla Provvidenza contesta il denaro e la ricchezza; con la sua obbedienza a Cristo sottomette l’io a Dio e gli dà culto in verità; con la sua predicazione annunzia l’avvento del Regno di Dio e la fine di questo secolo che perseguita i giusti e disprezza gli umili. Egli annunzia che Dio viene con potenza, anzi è già qui tra noi: Gesù è Dio-con-noi. E chi lo accetta, conosce la Via, la Verità e la Vita vera. Per questo il Sacerdote è odiato da Satana e avversato da tutti i suoi servi; ma è amato da Dio e prediletto dalla Vergine Maria, che come Madre amorosa e Regina del cielo lo protegge e guida.

 

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