Avventure del cibo e del gusto nella Divina Commedia di Dante Aligheri

UN CURIOSO E DIVERTENTE VIAGGIO ENOGASTRONOMICO

A cura di Angelica La Rosa

 

Dante Alighieri, di certo a sua insaputa e forse suo malgrado, è stato da sempre un riferimento per gli amanti del gusto. Sarà che il cibo nella Divina Commedia è un tema frequente, sarà che l’opera fa parte dell’immaginario collettivo, sarà che l’espressione “pan de’ li angeli” l’ha inventata lui. Eppure gli esempi sono infiniti: un Papa si gioca il Paradiso a causa del troppo amore per le anguille di Bolsena; a Malebolge i peccatori sono bolliti e infilzati come cotechini; la dieta mediterranea è una via sicura di salute, ma anche di salvezza dello spirito…

Dopo “Dante a piedi e volando”, Marco Bonatti, appassionato esperto della Divina Commedia, sceglie di immergere nuovamente le mani nell’infinito tesoro delle tre Cantiche per farne una “rilettura” enogastronomica.

È infatti nella Divina Commedia che Dante sfoga i suoi maggiori riferimenti al mangiare e al bere, nell’intento di convincerci che lui all’Inferno, in Purgatorio e poi in Paradiso, c’è stato davvero, e con il corpo. Per cui tutti e cinque i sensi sono chiamati in causa attraverso metafore e registri poetici che esprimono la “fisicità” dell’esperienza.

Un viaggio curioso e raffinato fra tentazioni materiali e pietanze spirituali, perché come scrive Dante: «Ne la chiesa coi santi, e in taverna coi ghiottoni…».

“Dante a tavola. Avventure del cibo e del gusto nella Commedia” di Marco Bonatti (pubblicato dalle Edizioni Terra Santa) si chiude con un originale intervento e un menu dantesco di Matteo Baronetto, chef dello storico ristorante “Del Cambio” di Torino.

 

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