Da cristiani non possiamo dare insegnamenti diversi da quelli di Gesù

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI SABATO 4 DICEMBRE 2021

Dal vangelo secondo san Matteo 9,35-38 – 10,1.6-8

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

COMMENTO

Il brano di oggi inizia mostrandoci Gesù che va nelle città e nei villaggi annunciando il vangelo e guarendo i malati. Gesù si accorge dei bisogni delle persone. L’attività missionaria nasce dal vedere che la gente è «come pecore che non hanno pastore». È un’espressione, quest’ultima, che risale ai profeti dell’Antico Testamento, che vedevano come il popolo di Dio fosse disperso, confuso, senza una guida. Gesù ci dice che ora la guida è arrivata. L’incarico che da ai suoi discepoli ci fa capire anzitutto che la missione del discepolo non può essere diversa da quella del Maestro, e che il discepolo non può comportarsi in modo differente da Gesù o dare un insegnamento che non sia quello del Maestro. Solo rimanendo fedeli alla parola del Signore e al magistero perenne della Chiesa che la interpreta in modo vero e autorevole possiamo sperare di portare sollievo alle pecore senza pastore, agli uomini che vivono in modo magari apparentemente soddisfacente, ma che in realtà sono privi di una guida, di una meta, e nel profondo del loro cuore sono confusi e tristi.

 

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