Se Dio ci cerca è perché corriamo il rischio di perderci

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AI VANGELO DI MARTEDÌ 7 DICEMBRE 2021

 

Dal Vangelo secondo san Matteo 18,12-14

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

COMMENTO

«Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Quando leggiamo le cosiddette parabole della misericordia (quella della pecorella smarrita, quella della moneta perduta e quella del figliol prodigo) di solito siamo portati a puntare l’attenzione sulla misericordia di Dio, e questo è senz’altro il messaggio più importante che queste parabole ci trasmettono. Ma difficilmente si sottolinea un altro fatto: che se Dio ci attende, se Dio ci cerca è perché corriamo il rischio di perderci. È vero che Dio ci ama, e in questa vita ci aspetta con pazienza e anzi ci viene, in modi diversi, a cercare. Ma è anche vero che, se viene a cercarci è perché, per noi, non è indifferente vivere con Dio o senza Dio. Queste parabole ci riempiono di consolazione, perché ci mostrano quanto il Padre ci ami e quanto tenga a noi, ma dovrebbero farci riflettere sul fatto che vivere lontani da Dio, vivere nel peccato, vivere come a Dio non piace, è per noi causa di grave pericolo, per questa vita, perché rischiamo di sciuparla, e per la vita eterna, perché rischiamo di perderla per sempre. Infatti se la pecora potesse vivere bene lontano dal pastore, il pastore non andrebbe a cercarla!

 

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