Ecco chi è san Luca di Melicuccà, “il Grammatico”

di Mariella Lentini*

I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)

 

Nel 1035, durante la dominazione normanna e araba, a Melicuccà (Reggio Calabria), Maria e Ursino mettono al mondo un maschietto: Luca. Il bambino viene educato ad essere un buon cristiano. Indossato l’abito da monaco, Luca è amato da tutti. È intelligente, studia i Testi Sacri, è istruito, così viene chiamato con l’appellativo “il Grammatico”. Quando parla di Gesù e dei santi incanta chi lo ascolta. Di lui si dice che, dopo aver assistito ad una sua predica, l’anima si rallegra come accade dopo aver bevuto vino. Luca fa del bene a chi lo avvicina. Compie miracoli di guarigione e, grazie alle sue preghiere, una coppia sterile riesce ad avere figli. Eppure è talmente umile da ritenersi un buono a nulla. Quando il monaco viene nominato vescovo di Isola di Capo Rizzuto (Crotone), il periodo è difficile per il Sud Italia.

Arabi e Normanni invadono Calabria e Sicilia. Per la Chiesa sono momenti travagliati. Alle guerre seguono epidemie e carestie. Luca viaggia sempre, di villaggio in villaggio, a rincuorare, a dare una mano, a portare la Parola buona del Signore. Conforta, infonde speranza, nomina sacerdoti e fonda il Monastero di San Nicola di Vittorito, ad Amaroni (Catanzaro). I suoi messaggi sono chiari e semplici. Egli esorta a digiunare, pregare, lavorare ed essere umili per stare lontani dal Male che porta solo afflizioni, ad essere in pace con tutti e, se si litiga, a trovare subito un accordo, a leggere la vita dei santi e a seguire il loro esempio, a non lasciare a mani vuote chi chiede la carità, a non rubare e ad essere contenti di quello che si possiede. Si narra di suoi prodigi.

La gente di Squillace (Catanzaro) chiede il suo aiuto per essere liberata da un feroce lupo. Luca raduna la popolazione in chiesa ed ecco arrivare il lupo minaccioso che viene acciuffato e ucciso. Un’altra volta alcuni pescatori sono affranti per non essere riusciti a mettere nulla nella rete. Che cosa porteranno alle loro famiglie, bisognose di cibo? Grazie al vescovo i pescatori riempiono le reti di pesce, tanto da bastare anche per tutti i paesi vicini. In un’altra occasione la siccità affligge alcuni territori. Luca interviene e avvisa i fedeli di tornare subito a casa perché l’acqua sta arrivando in enorme quantità. Chi gli crede si mette al riparo. Gli altri devono affrontare gravi pericoli per la violenza della pioggia. Il vescovo muore ad Amaroni nel 1114, nella Chiesa di San Nicola di Vittorito, da lui fondata.

 

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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