I fanatici pro aborto e gender hanno vinto le elezioni presidenziali in Cile

di Matteo Orlando

L’ESTREMA SINISTRA VINCE LE ELEZIONI PRESIDENZIALI NEL PAESE SUDAMERICANO

 

Con oltre il 99,79% delle schede esaminati, Gabriel Boric Font ha raggiunto il 55,86% dei voti mentre lo sfidante José Antonio Kast si è fermato al 44,14% delle preferenze. Così, in Cile, l’estrema sinistra è salita al potere per la prima volta dopo Salvador Allende.

La vittoria di Boric apre ulteriormente le porte a una riforma costituzionale in linea con l’ideologia radicale di sinistra e populista, pro ideologia gender e iper abortista.

La vittoria di Kast al primo turno si è rivelata di poco valore davanti alla concentrazione del voto di tutta la sinistra intorno a Boric, che fino a due anni fa era un semplice leader studentesco.

Boric, sostenuto dai comunisti, sarà il primo presidente cileno che non farà parte dei due grandi blocchi (centrosinistra e centrodestra) che hanno condiviso il potere dal ritorno alla democrazia nel 1990 ad oggi. Ed è anche il primo a vincere al secondo turno delle elezioni presidenziali dopo non aver vinto il primo.

Il risultato finale ha confermato i primi sondaggi, che hanno dato un ampio vantaggio al candidato della sinistra populista, mentre gli ultimi sondaggi avevano ristretto il margine tra i due candidati.

José Antonio Kast Rist

 

Kast ha subito riconosciuto la sua sconfitta e si è congratulato con il vincitore. Ha scritto su Twittwer: “Ho appena parlato con Gabriel Boric e mi sono congratulato con lui per il suo grande trionfo. Da oggi è eletto Presidente del Cile e merita tutta la nostra stima e collaborazione costruttiva. Il Cile deve rimanere sempre al primo posto“.

Pochi dubbi sul fatto che la sinistra radicale affermerà il suo peso nella nuova Costituzione, che probabilmente non lascerà traccia dei valori cristiani su temi come il diritto alla vita o il diritto naturale.

Gabriel Boric Font

 

Boric, infatti, sostiene l’aborto legale, gratuito e “sicuro”, l’accesso alla contraccezione nell’assistenza sanitaria di base e promette un disegno di legge per un modello di educazione sessuale completa, “inclusiva e non sessista”.

Vuole anche creare una legge globale sulla violenza di genere che abbia gli strumenti legali per “l’eliminazione, l’indagine, la punizione e la riparazione della violenza” e rafforzare il Ministero delle Donne e del Genere.

 

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