Lgbt: una “rivoluzione” ben poco gentile

di Andrea Rossi

LE AGIOGRAFIE DELL’OCCIDENTE POST-CRISTIANO: ESCE UN “DOCUMENTARIO” SU VITA E OPERE DELL’ATTIVISTA LGBT E FONDATORE ARCIGAY FRANCO GRILLINI

Let’s kiss: storia di una rivoluzione gentile” è un documentario che il giornalista Filippo Vendemmiati ha dedicato a Franco Grillini, bolognese, per decenni leader del movimento omosessualista nel nostro Paese. Il tono dell’opera è quello di una agiografia dalla quale sono espunti tutti gli episodi che potrebbero fare riflettere il pubblico anche sui tratti ruvidi e spesso intolleranti della “rivoluzione” promossa dal fondatore di Arcigay.

Non si trovano, se non marginalmente, gli attacchi che Grillini dedicò per anni ai vertici della chiesa bolognese, ovvero ai cardinali Giacomo Biffi (1928-2015) prima e Carlo Caffarra (1938-2017) poi.

Solo per citarne alcuni: nel 1992 una azione dimostrativa del Movimento per la Vita all’ospedale Maggiore suscitò il seguente commento: «sono intollerabili questi antiabortisti skinhead pro-feti al soldo del cardinale!». Nel 1997 intimava alla chiesa bolognese di «implorare il perdono per le sofferenze inflitte agli omosessuali» e questo solo perché il cardinale aveva rammentato, durante una omelia, come l’omosessualità, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, fosse considerata un comportamento disordinato. Nel 2002 la semplice critica alla mostra “desire” che si teneva al museo di arte moderna del capoluogo emiliano, ed incentrata su “opere artistiche” ai limiti dell’osceno suscitò l’ira di Grillini che attaccò il cardinale definendolo «sessuofobico, come sessuofobico è l’atteggiamento delle gerarchie cattoliche. Ci manca solo che la religione torni a voler mettere le mutande all’arte».

Il card. Caffarra, che di Biffi fu successore, fu gratificato di attenzioni ancora meno garbate. Nel 2004 la critica alle prime proposte di unioni civili fatte dalla sinistra durante il governo di Romano Prodi portava Grillini a questa esternazione in cui inutilmente si potrebbe trovare gentilezza o semplice senso della misura: «nei momenti difficili della vita di un paese è molto comodo additare all’opinione pubblica un capro espiatorio. Avvenne così nel ventennio con gli ebrei e c’è qualcuno ora che sta cercando di fare la stessa cosa alimentando il pregiudizio verso gli omosessuali».

Aver sostenuto nel 2013 che il matrimonio avviene fra uomo e donna, costò al cardinale questa lunga e per certi versi inquietante tirata polemica: «Caffarra ci dice che questa sua verità avrebbe un’origine cardiologica, ovvero Dio l’avrebbe scritto nel cuore degli uomini ab aeterno. Ne prendiamo atto e lasciamo il Cardinale a crogiolarsi nelle sue superstizioni. Per parte nostra lo invitiamo a guardarsi in giro e a prendere nota dei paesi che hanno legiferato sui matrimoni gay rendendo quelle nazioni più libere e meno razziste. Ed anche più prospere perché, guarda caso, dove sono garantiti i diritti delle persone omosessuali si vive meglio, l’economia prospera, il benessere è generalizzato [sic!]».

Riflettere sulla decadenza morale dell’Europa costò a Caffarra un nuovo e volgare attacco poco tempo dopo, nel 2015. Riportiamo le parole testuali del “gentile” protagonista del film di Filippo Vendemmiati: «Caffarra è abituato a spararle grosse ma stavolta con l’affermazione che il declino delle nazioni dipende dell’omosessualità siamo al top, all’avanspettacolo, al cabaret».

Nemmeno in morte dei due presuli, Franco Grillini è riuscito a essere meno arido. Questo il suo ricordo, a poca distanza dalla scomparsa nel 2017, dopo una lunga malattia, di Carlo Caffarra: «Era un avversario pugnace e un po’ ossessionato dalla questione omosessuale. Anzi, diciamo molto ossessionato […]. Devo dire che con Biffi ci siamo sempre ignorati, nemmeno una stretta di mano. Caffarra quando c’era l’occasione veniva invece sempre a darti la mano. Evidentemente nei miei confronti applicava una bizzarra divisione tra persona e peccato. Ma non ho mai avuto l’occasione di parlarci personalmente. Solo attraverso i media».

In realtà, attraverso i media, era sempre stato un dialogo a senso unico: mai una singola parola di Biffi o di Caffarra contro Franco Grillini, sempre il contrario. Questo, insomma, il giudizio verso un cardinale che offriva la mano, in segno di pace e che, secondo il “rivoluzionario gentile” così facendo compiva un gesto evidentemente per lui incomprensibile, ossia dividere l’uomo dal peccato. Riuscire a trovare garbo e gentilezza in questo documentario, insomma, risulta davvero complicato, a patto di sorvolare su tutto quello che non è adatto all’agiografia e alla retorica.

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