Vaccini ai bimbi, buon senso e sangue freddo aiuterebbero!
di Diego Torre
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MA DAVVERO DOBBIAMO VACCINARE I BIMBI DAI 5 AGLI 11 ANNI?
Per due anni non se n’è parlato. Venivano prima le RSA, gli anziani (la cui età “critica” però si abbassava sempre più col passare del tempo)…e poi i sanitari, gli insegnanti, le Forze dell’ordine … Brunetta già pensa a tutti i lavoratori… Ma, improvvisamente si è scoperta l’emergenza – bimbi. Vanno vaccinati, subito, o chissà che succederà. Dopo due anni hanno scoperto questa ulteriore emergenza nell’emergenza.
Eppure si sa che la mortalità infantile da Covid-19 è praticamente zero e i rari casi riguardano soggetti fragili; perché non vaccinare solo quelli?
Gli allarmisti si preoccupano però per i nonni, che i bimbi potrebbero contagiare. Inoculiamo quindi un siero genico sperimentale di cui non conosciamo gli effetti nel lungo periodo a soggetti giovani e sani per proteggere gli anziani? E quante dosi facciamo ? Una ogni 4 mesi? Avremmo qualche riserva di ordine morale, oltre che di ordine sanitario; e poi… gli anziani non sono già protetti dal vaccino?
La “scienza” non ha ammesso, superati i primi mesi di euforia in cui si pensava che rendesse immortali, che esso non impedisce i contagi, ma almeno limita la gravità della malattia ed i decessi?
Scavando nella nostra memoria ricordiamo quando i genitori “esponevano” volontariamente i figli ai contagi delle malattie infantili affinché si immunizzassero naturalmente. Sappiamo infatti che il “guarito”, con gli anticorpi naturali da lui prodotti, è molto più immunizzato del “vaccinato”, meno contagiante e meno contagiabile; un dato confermato, proprio per le infezioni da covid, dal ministero della salute di Israele, una nazione divenuta il laboratorio d’avanguardia del mondo.
L’intera società sarebbe beneficata (e forse ciò sta già avvenendo senza che ne abbiamo coscienza) da una immunizzazione naturale dei bimbi.
Quindi più che “vaccinare tutti” è meglio attenzionare coloro per i quali il rapporto rischi – benefici è a tutto vantaggio dei secondi; e fra costoro non ci sono certamente i bambini. Anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore esecutivo dell’Oms, ha sottolineato: «Nei Paesi si propone ai bambini e agli adolescenti il vaccino, mentre gli operatori sanitari nei Paesi poveri non ne hanno… In una manciata di Paesi ricchi che hanno acquistato la maggior parte della fornitura di vaccini i gruppi a basso rischio vengono ora vaccinati». … «In alcune parti del mondo le persone a rischio potrebbero non essere immunizzate fino al 2024, quindi bisogna destinare i vaccini a chi è più in pericolo piuttosto che ai bambini, il cui rischio di ammalarsi è veramente basso».
Forse un po’ di buon senso e sangue freddo aiuterebbero a fare valutazioni più pacate; in questo caso addirittura ovvie.
Ma quando la paura, artificialmente alimentata dal terrorismo mediatico, paralizza i cervelli, ogni aberrazione diventa possibile.