Chiusi i tg regionali serali: la scelta Rai penalizza i cittadini e le comunità locali

di Giuseppe Brienza

LA RAI-TV HA ANNUNCIATO LA SOPPRESSIONE DELL’EDIZIONE SERALE DEL TG REGIONALE, CON UNA DECISIONE DETTATA DALLA NECESSITÀ DI APPORTARE TAGLI AL BILANCIO, MA CHE BEN ALTRA DIREZIONE AVREBBE DOVUTO ASSUMERE (VEDI SU TUTTI IL BUDGET DEL FESTIVAL DI SANREMO)

Dal 9 gennaio la direzione della RAI-Tv ha deciso di azzerare praticamente tutti gli appuntamenti informativi in seconda serata, a partire quindi dalle ore 22.50. Ne è derivato il taglio della terza edizione dei telegiornali regionali, con una decisione che «produce risparmi irrisori» ma determina «un generale arretramento del servizio pubblico sui territori», come ha denunciato l’USIGRai, l’Unione Sindacale Giornalisti Rai. Da domenica scorsa, quindi le redazioni dei Tgr sono entrati in uno stato permanente di agitazione sindacale, «a difesa del ruolo dell’informazione regionale del servizio pubblico».

Nella conferenza stampa indetta mercoledì per protestare contro questa decisione dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, il presidente dell’ordine dei Giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo l’ha definita di grave penalizzazione dei cittadini, in quanto «taglia un pezzo dell’informazione. I giornali tendono ad allargare sulle edizioni locali e quella della Rai sembra invece in controtendenza. Noi saremo accanto all’Usigrai come Ordine del Lazio».

Praticamente unanime la voce delle Regioni, a cominciare dal Presidente del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, il quale fin dai mesi scorsi aveva dichiarato che «l’annunciata soppressione del Tg regionale della notte rappresenta un segnale allarmante, in quanto spoglierebbe i territori di un servizio di informazione di primaria importanza e priverebbe cittadini e istituzioni di uno strumento essenziale di relazione che, specie in questi due anni di emergenza, ha costituito un caposaldo nella lotta alla pandemia».

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ricordato dal canto suo che «i notiziari, i giornalisti, le sedi regionali della Rai sono i primi presìdi di informazione del Servizio pubblico sul territorio. Nella quotidianità di tutti noi c’è, quasi sempre, l’abitudine di seguire l’ultima edizione del telegiornale, e i suoi aggiornamenti, prima di concludere la giornata. Mi auguro davvero, e sono al fianco dei giornalisti che si oppongono alla soppressione del notiziario della notte, che la Rai investa ulteriormente sulla informazione delle sedi regionali, ribadendo la loro centralità e potenziando – anziché ridurla – una offerta che può avvalersi di tante, validissime professionalità».

Sopprimere la terza edizione dei tg Regionali, ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, significherebbe «spegnere la voce del Servizio Pubblico sul territorio per quasi dodici ore al giorno e mortificare il ruolo delle sedi regionali. Una scelta incomprensibile da parte della Rai che anche attraverso l’informazione di prossimità caratterizza la propria funzione di Servizio Pubblico. La Testata giornalistica regionale dovrebbe piuttosto essere potenziata a beneficio delle regioni svantaggiate geograficamente ed economicamente, in cui la Rai è indispensabile presidio di pluralismo informativo».

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