Ormai si è capito che il “dio-vaccino” tanto miracoloso non è…

di Diego Torre

IL SEMI-FIASCO DEL SIERO ED IL FIASCO DEL GOVERNO

Ormai si è capito che il dio-vaccino tanto miracoloso non è. Doveva donarci l’immortalità ma porta con sé tanti di quegli eventi avversi che l’AIFA ha smesso di pubblicarne il monitoraggio mensile, iniziato a gennaio 2021,sin dallo scorso ottobre. E su questo i media tacciono disciplinatamente.

Doveva rendere gli inoculati liberi di fare tutto e andare dappertutto senza alcuna cautela (e molti ci hanno disgraziatamente creduto) e poi si è scoperto che non è vero. Andavano in giro “disinvoltamente”, si infettavano ed infettavano. Ora tanti di loro intasano … le fila per i tamponi. Bastavano due dosi per essere immuni; garantiva Draghi. Ora dicono che ci vuole la terza (perora). I mesi di immunizzazione (e del relativo Green Pass)? Prima 12, poi 9, ora 6. Ma ne siamo sicuri o sono ancora troppi? Questo però non induce a più pacate riflessioni un governo che promuove una visione “totalitaria” del vaccino; nel senso che devono farlo tutti per forza; volenti o nolenti. E’ stato così introdotto l’obbligo vaccinale, senza chiamarlo tale, e con la stucchevole ipocrisia di sentirci dire dai media che gli italiani sono sempre più “convinti” della bontà del siero; non costretti, ci mancherebbe; ma “convinti”.

L’unica residua ragione ancora addotta a sostegno del siero rimane l’evitato intasamento degli ospedali e la riduzione delle morti. I dati in nostro possesso parlano però di percentuali ancora nella media annuale per quanto riguarda le terapie intensive, occupate soltanto al 16% (7 gennaio 2022) da pazienti Covid. Aumenteranno ancora? Probabile. Fino a rendere la situazione insostenibile? Non lo sappiamo. E i morti?

Lo stesso prof. Bassetti, tutt’altro che novax, ha appena ricordato quanto sapevamo da un bel pezzo: “Se il paziente entra in ospedale per tutt’altro, ma è positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati”. Sappiamo invece con certezza che dopo due anni di pandemia le strutture sanitarie sono al palo, con personale ridotto all’osso, ed il governo, che è così generoso nello spendere in hub vaccinali e vaccini, non si mobilita per incrementare il personale, i posti letto e le terapie intensive. Li avevamo ridotti perché i tagli di bilancio “ce li chiedeva L’EUROPA”.

E ancora: se per avere un laureato in medicina occorrono 6 anni, a cui aggiungere la specializzazione (almeno altri 2), perché continuiamo ad avere il numero chiuso per l’accesso alla facoltà universitaria? Perché teniamo chiuso quello di infermieristica? Sappiamo infine che con severità crescente vengono penalizzati coloro che rifiutano l’inoculazione, che pur è un diritto sancito dalla costituzione, ma i protocolli sanitari continuano a blaterare di “tachipirina e vigile attesa”, ideale anticamera al ricovero d’urgenza negli ospedali che finiscono per essere così intasati.

E’ già successo nel 2020. Potrebbe ripetersi ancora, nonostante il grido di dolore dei medici che, con le terapie domiciliari prontamente prescritte, hanno curato con straordinario successo migliaia di pazienti. Essi vorrebbero spiegarlo al sinistro Speranza, ma quello non trova ancora il tempo di riceverli, nonostante l’ordine del giorno unitario del Senato che impegnava il governo, in data 8 aprile 2021, proprio alla luce dei risultati ottenuti dai medici, ad aggiornare i protocolli e le linee guida per la presa in carico domiciliare dei pazienti.

La vera emergenza sanitaria del momento ci sembra allora la schizofrenia di un governo che, preoccupato di salvare la faccia del proprio operato, insiste caparbiamente nella sua strategia fallimentare, e attribuisce al sempre più sparuto manipolo dei novax gli effetti del proprio colossale fiasco.

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