Sempre più persone private dei loro diritti e della loro dignità
di Maria Bigazzi
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COME PREVISTO DAL DPCM 21 GENNAIO 2022, DA IERI È FATTO OBBLIGO A CHI ACCEDE A PUBBLICI UFFICI, SERVIZI POSTALI, BANCARI E FINANZIARI E ALTRE ATTIVITÀ COMMERCIALI DI ESIBIRE IL GREEN PASS “BASE”. DAL PROSSIMO 15 FEBBRAIO, INVECE, IL GREEN PASS RAFFORZATO (OTTENUTO MEDIANTE VACCINAZIONE O GUARIGIONE) SARÀ ESTESO AI LAVORATORI PUBBLICI E PRIVATI DAI 50 ANNI DI ETÀ, PER L’ACCESSO AI LUOGHI DI LAVORO, COME È GIÀ SUCCESSO PER SANITARI, PERSONALE SCOLASTICO E MILITARE
Ieri, 1° febbraio è stato il giorno della vergogna, e non ci sono altri termini da accostarvi se non quello di delinquenza e criminalità.
Con oggi tutte le belle storielle e parole sulla inclusività, accoglienza, disponibilità, responsabilità e tante altre proclamate da una certa élite, sono completamente sotterrate dagli stessi che ormai hanno sputato sulla democrazia trasformandola in dittatura bella e buona (o fai questo o sei fuori), sulla Costituzione di cui si riempivano tanto la bocca, sugli italiani, i poveri cittadini che si guadagnano da vivere onestamente e che da oggi si trovano sospesi se non licenziati dal lavoro, impossibilitati ad accedere a qualsiasi luogo se non in quelli strettamente necessari, emarginati e rifiutati dalla società come i peggiori delinquenti.
Felice di non riconoscermi in questa forma di governo dittatoriale, felice di oppormi senza stancarmi a un sistema vergognoso e di soli interessi economici.
Amo il mio Paese ma non accetterò mai che persone come me vengano private dei loro diritti e dignità, perché di questo si tratta. E fossimo stati in altri tempi i giovani sarebbero stati i primi a ribellarsi.
È inutile recriminare sul passato, incolparsi per quello che è accaduto quando nel presente si lascia compiere nel silenzio ogni tipo di nefandezza. Siamo responsabili dell’oggi, e la storia lo dovrebbe insegnare, ma purtroppo gli alunni pensano ad altro invece che ascoltare.
Vergogna italiana. Lasciare a casa persone senza lavoro, con il diritto allo studio e allo svago privato. Regole peraltro che valgono solo per alcuni, perché nel caso degli eventi che fruttano palanche come si dice dalle nostre parti, allora non hanno più valore. Infatti al festival di Sanremo gli assembramenti non esistono mica.
Ma la giustizia non è di questo mondo, Dio vede e provvede. Egli è giusto giudice e ciò che stiamo vivendo non passerà “inosservato”. “Guai a colui che edifica la sua casa con l’ingiustizia e le sue sostanze con l’iniquità, chi tiene asservito il suo prossimo gratuitamente e non gli rende la debita mercede” (Ger 22,13).
La libertà… bisognerebbe chiedersi che significato ha oggi. Un ideale completamente ribaltato, basta infatti pensarla diversamente dal pensiero unico e subito si viene attaccati, contestati, “eliminati”. Ma poi c’è chi fa i discorsi sul rispetto. E il rispetto parte da qui, dall’opporsi ad abomini giuridici che spogliano l’uomo della sua dignità. E noi ci opporremo, fino all’ultimo, dovessimo perdere anche tutto, ma lo faremo anche per i nostri figli.
Perché anche un tempo si sentiva dire “basta che fai così e sei tranquillo”, basta alzare un braccio, basta chiudere gli occhi di fronte a una violenza, basta conformarsi per non essere esclusi dal gruppo… ma non funziona così, perché ogni silenzio fatto, ogni conformazione a un potere criminale, è un passo verso la corresponsabilità.
E noi mai ci renderemo complici dell’ingiustizia. Come diceva santa Giovanna d’Arco: “A noi la battaglia, a Dio la vittoria“.