Pio IX: il Controrivoluzionario “Giusnaturalista”

di Daniele Trabucco

IL PAPA DEL “SILLABO”

Nella giornata del 07 febbraio la Chiesa celebra la memoria facoltativa (bianco) del beato Pio IX, pontefice dal 1846 al 1878.

Di fronte ad un processo di secolarizzazione e, secondo l’espressione gramsciana, di “autoliberazione” dell’umanità, che ha trovato le sue fasi nel Rinascimento, nella Riforma luterana, nella Rivoluzione francese del 1789, nell’idealismo tedesco, nel liberalismo classico e nello storicismo, Giovanni Maria Mastai Ferretti oppone, al modello di una Repubblica universale, anarchica, ugualitaria e cosmpolita (si direbbe oggi “senza muri”), una teologia della storia fondata, lo scrive il prof. Roberto De Mattei nel suo volume autobiografico edito nel 2000, “sull’antagonismo morale delle due città destinate a lottare fino alla fine dei tempi: la “Civitas Dei”, incarnata dalla Chiesa cattolica, e la “Civitas Diaboli” che nel secolo di Pio IX aveva assunto il ruolo della Rivoluzione italiana ed europea”.

Il Papa del “Sillabo” ravvisa una dicotomia sempre più ampia tra legge naturale, tomisticamente intesa quale partecipazione della legge eterna e criterio di valutazione della legge umana, e le forze politiche dell’epoca imbevute di una visione funzionale ad escludere la trascendenza dalla storia.

Per Papa Pio IX la “sempiterna legge naturale scolpita da Dio nel cuore di tutti” (cfr. la Lettera Enciclica “Quanta Cura” dell’08 dicembre 1864) è la sola ancora di salvezza davanti alla moltiplicazione degli errori della modernità.

Il pontefice, nel paragrafo 21 del “Sillabo” che raccoglie gli errori della società civile considerata in se stessa, sottolinea la gravità della negazione della anteriorità del diritto naturale rispetto allo Stato. Egli pare vedere profeticamente i danni causati dall’odierno nichilismo giuridico il quale ritiene la validità formale e il contenuto di ogni disposizione normativa come mero prodotto della volontà di chi contingentemente detiene il potere.

Pio IX mette, allora, in guardia da un diritto svuotato da ogni apriori normativo, che produce continuamente norme senza “telos”, ossia senza il fine connaturato alla natura dell’ente, consapevole che la nientità dello ius è prima di tutto il trionfo dell’autodeterminazione assoluta dell’uomo, non più creatura aperta alla Verità, ma un soggetto che costruisce “immutabili” (la scienza e la tecnica) con la sola illusione di aggiungere un giorno in più alla propria vita.

 * Costituzionalista

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