Il cammino verso le realtà soprannaturali è alla portata di coloro che cercano e adorano

di Angelica La Rosa

PADRE SERAFINO TOGNETTI: “L’APPELLO A TROVARE IL SENSO DEL VIVERE È PER TUTTI

Si è aperta nel settembre scorso la causa di beatificazione di don Divo Barsotti (1914-2006), grande mistico toscano, al quale la scrittrice Stefania Perna ha ispirato i propri libri devolvendo l’intero ricavato di Diario ad alta quota alla Comunità dei figli di Dio, opera da lui fondata e riconosciuta dalla diocesi di Firenze nel 1984.

Già il titolo, con il riferimento all’alta quota, sembra alludere a quella vertigine interiore presente in ogni uomo, quando le domande e soprattutto i dubbi si affollano nella nostra mente. L’autrice affronta in stile diaristico, quelle piccole domande irrisolte che ci portiamo dentro un po’ tutti (e che spesso quasi soffochiamo con gli impegni della vita quotidiana) e cerca di rintracciare le risposte nella Parola di Dio, «quella Parola che non torna indietro senza aver avuto qualche effetto, se trova chi la accoglie ed ascolta, chi la cerca, chi vuole sentirne il sapore (la sapienza!) ed è disposto a scavare per cercarla, come si fa con i tesori».

Le domande proposte dall’autrice non si lasciano disarmare dal fascino della retorica, sono concrete e non si sottraggono al confronto interiore: Di cosa possiamo rallegrarci, se siamo credenti? La fede è solo un rifugio? Perché amare? La pace è un dono o una conquista? Come pregare? Perché in tutte le cose (anche della natura) c’è sempre una compresenza di luce ed ombra? Come posso lodare Dio, se sto soffrendo per qualcosa?

Forse è proprio vero che “non esistono vacanze spirituali”, perché per un credente, le vacanze più belle diventano quelle che avvicinano di più al mistero di Dio: magari ci si può arrivare in modi diversi (anche chi visita città d’arte, ha la possibilità di incontrare Dio nell’architettura o nell’arte sacra), ma certamente chi fa vacanze a contatto con la natura, può prendere facilmente confidenza con la maestosità e la meraviglia del Creato e soprattutto con il senso del mistero.

In una pagina, leggiamo: «Pensate alla grandezza dell’opera di Dio nella creazione!… non è un atto onde Dio intervenne milioni di secoli fa per suscitare le cose dal nulla: questo atto continua. Se Dio sospendesse per un istante l’atto suo creatore, tutto l’universo franerebbe nel nulla!».

E come Dio è continuamente al lavoro – e lo dice Gesù nel Vangelo di S. Giovanni: “Come il Padre continuamente opera, così anch’io”, nella creazione del mondo, così è continuamente al lavoro nell’anima tua.

E questo lavoro è più importante, più sacro, più grande, impegna di più l’onnipotenza, la sapienza, l’amore di Dio, più di tutto il lavoro dell’universo. D’altra parte, come scriveva don Divo Barsotti, «mentre la creazione non resiste all’opera di Dio, tu puoi resistere all’opera di Dio».

La montagna in particolare, è da sempre, con la sua maestosità, la metafora di ogni ascesa e ascesi, quasi il luogo di congiunzione tra Terra e Cielo. In tutta la Scrittura sono presenti le montagne, con la loro simbologia. Nel Vangelo ad esempio, si ritrovano in momenti chiave della predicazione e della vita di Gesù, forse proprio ad indicare l’elevazione del Figlio di Dio verso il Padre: il momento della Trasfigurazione, quello del Discorso delle Beatitudini e infine quello drammatico della Crocifissione.

Tutto, nel paesaggio e nelle storie delle persone, offre all’autrice l’occasione di approfondire, in modo diaristico originale ed insolito, temi nuovi e temi in parte già presenti nei suoi precedenti libri. Tutto diventa occasione di cercare risposte nella Scrittura a tanti piccoli-grandi dubbi che si insinuano nell’anima di ogni credente.

Ma il testo – scrive padre Serafino Tognetti nella prefazione – non è rivolto ai credenti, o per lo meno, non solo a loro. L’appello a trovare il senso del vivere è per tutti, perché tutti cercano spasmodicamente il bene, il vero, il buono, il bello. Molti non sanno dare un nome al loro desiderio, diversi hanno anche prevenzioni e pregiudizi nei confronti della Chiesa o del Vangelo; non importa. Ciò che conta è comunicare l’esperienza e annunciare ciò che si è trovato”.

La Perna riesce a farlo, con semplicità e con il suo stile particolare: spaziando in ogni pagina tra gli scritti di tanti autori (santi, pensatori, Papi, Padri della Chiesa) e tra le righe del breviario, considerato aldilà di ogni possibile derivazione etimologica, una vera e propria “breve-via” per l’incontro quotidiano e continuo tra Dio e l’uomo.

Le bellezze naturali non sono il punto di arrivo, bensì il punto di partenza di un viaggio interiore, in cui le meditazioni dell’autrice – come già sperimentato nei volumi precedenti – si intrecciano con le letture bibliche più idonee e con le citazioni spirituali più illustri, che possono arricchire il bagaglio culturale del lettore e invitarlo ad un confronto: da Sant’Agostino a San Bernardo, da San Giovanni Paolo II a mons. Tonino Bello, uomini religiosi del passato e del presente, che Stefania Perna ama citare spesso nei suoi libri. “Un florilegio incantevole – precisa padre Serafino Tognetti – tutto da ascoltare e da assaporare, per essere uomini dell’oggi, ben piantati nel presente e con lo sguardo nel futuro“.

Siamo infatti figli di coloro che ci hanno preceduto e padri di coloro che verranno, e non vaghiamo a caso senza sapere né da dove veniamo, né dove siamo diretti. Ma come conoscere tutte le cose che sono venute prima di noi, e come sapere con sicurezza il nostro punto di approdo? Basta guardare, scrutare, meditare, ascoltare.

Dietro a noi, la saggezza degli uomini che ci hanno preceduto, ha seminato perle di vita e indicazioni che hanno fatto crescere l’animo umano, arricchendolo via via con tutte le cose nuove imparate; mentre davanti a noi, la fede ci dà sicurezza che non ci attende il vuoto, ma il ritorno nel seno del Padre, con la via tracciata da Cristo, che peraltro, necessita della nostra responsabilità, fatica ed intelligenza.

Le domande proposte dall’autrice non cedono al fascino della retorica, ma sono molto concrete e in esse possiamo davvero ritrovarci tutti, in qualche fase della nostra vita: Di cosa possiamo rallegrarci, se siamo credenti? La fede è solo un rifugio? Perché amare? La pace è un dono o una conquista? Come pregare? Perché in tutte le cose (anche della natura) c’è sempre una compresenza di luce ed ombra? Come posso lodare Dio, se sto soffrendo per qualcosa?

Soggiornare e pregare in montagna, tuttavia, non vuol dire isolarsi dal mondo. Largo spazio è dedicato nel libro, soprattutto nella seconda parte, agli incontri più significativi vissuti dall’autrice durante la sua vacanza. Interessanti storie emergono dalle parole di Marta, (che ha visto fallire il suo sogno di vita), o dell’”entusiasta” (un missionario che ha il cuore innamorato di Dio) o del vecchio professore (che giocando quasi con le etimologie, ha scoperto l’Amore di Dio…). Personaggi vari, nelle cui storie, è facile riconoscersi e con i quali è possibile ripercorrere tratti della vita e situazioni interiori comuni a tutti.

 

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