La malattia dell’anima che avvelena la vita e pregiudica i rapporti con Dio

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO: SABATO 5 MARZO 2022

Dal vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

COMMENTO

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Gesù accetta, anzi cerca la compagnia dei peccatori (pensiamo all’episodio di Zaccheo) non per farsi complice del peccato, non per negare che il peccato esista e faccia del male, ma per liberare il peccatore dal peccato. Per questo fa l’esempio del medico: il medico non si avvicina al malato solo per confortarlo nella sua malattia, ma si prende cura di lui per guarirlo. E Gesù ci vuole guarire dal peccato, che è la malattia dell’anima, che avvelena la nostra vita, pregiudica i nostri rapporti con Dio, con il prossimo, con il creato e con noi stessi, Per questo ha accettato di farsi uomo (rimanendo Dio) e di lasciarsi crocifiggere per espiare i nostri peccati. Gesù non si fa vicino ai peccatori per giocare a fare il rivoluzionario, ma accetta la compagnia dei peccatori per cercare di convertirli, e per far capire a noi, che siamo peccatori, che abbiamo bisogno della sua medicina. La medicina di Gesù talvolta può apparire anche molto amara, ma ci ridona l’amicizia con Dio, che ripaga di ogni rinuncia e di ogni sacrificio.

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