Ostetrici e ginecologi vogliono cambiare il linguaggio per promuovere l’aborto

di Angelica La Rosa

“I FAUTORI DELLA RIVOLUZIONE SESSUALE, INCLUSO L’AMERICAN COLLEGE OF OBSTETRICIANS AND GYNECOLOGISTS, SONO SEMPRE PIÙ DISPERATI. I SONDAGGI D’OPINIONE MOSTRANO CHE L’OPINIONE PUBBLICA È CONTRARIA, DA QUI L’ASSURDO TENTATIVO DI ADOTTARE UN LINGUAGGIO CHE DISSIMULA LA REALTÀ”

“Le forze della rivoluzione sessuale diventano ogni giorno più ingannevoli”, ha affermato la dottoressa Jennifer Roback Morse, presidente del Ruth Institute statunitense. “Ora stanno cercando di modificare il linguaggio sull’aborto per nascondere la realtà”.

Il riferimento della dottoressa Morse è al potente American College of Obstetricians and Gynecologists che ha pubblicato una nuova “Guida al linguaggio e all’aborto” che afferma che “gran parte del linguaggio usato colloquialmente per descrivere l’aborto, o discutere le politiche sanitarie che hanno un impatto sull’aborto” avrebbe una base “retorica anti-scelta” e sarebbe “intrinsecamente parziale e imprecisa o, per lo meno, non è appropriato dal punto di vista medico”.

Quindi si vuole utilizzare il solito metodo: cambiare il linguaggio per fare accettare una realtà terribile come l’aborto. Così viene spiegato ai lettori che non devono usare il termine “bambino” o “bambino non ancora nato” perché sarebbero termini “inaccurati dal punto di vista medico”, ma si dovrebbe dire ‘embrione’ per le prime otto settimane dopo il concepimento, e ‘feto’ in seguito fino al parto.

“Questo è assurdo”, ha osservato Morse, “Se una donna si fa visitare dal suo ginecologo, il medico non le chiede: ‘allora, come sta il feto?'”.

La Guida vuole anche vietare le espressioni “aborto parziale”, “aborto su richiesta” e “aborti elettivi”.

“Ma l’aborto parziale è una descrizione accurata di una procedura medica che uccide un bambino non ancora nato”, ha detto la Morse. “Il bambino viene partorito parzialmente vivo prima che il cranio venga perforato e il cervello risucchiato”.

La dottoressa Donna Harrison, amministratore delegato dell’American Association of Pro-life Obstetricians and Gynecologists ha dichiarato che “cercando di utilizzare termini il più disumanizzanti possibili del bambino non ancora nato, l’American College of Obstetricians and Gynecologists rivela che informazioni mediche accurate non sono così importanti come ripetere la retorica dell’industria dell’aborto”.

“I fautori della rivoluzione sessuale, incluso l’American College of Obstetricians and Gynecologists, sono sempre più disperati. I sondaggi d’opinione mostrano che l’opinione pubblica è contraria, da qui l’assurdo tentativo di adottare un linguaggio che dissimula la realtà”, ha concluso la Morse.

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