L’inconsistente Mario Draghi non ha una valida visione geopolitica

di Daniele Trabucco

L’UNIONE EUROPEA “SERVA” DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

L’Unione Europea, a seguito dell’inizio dell’operazione speciale in Ucraina da parte della Federazione Russa in data 24 febbraio 2022, ha adottato ulteriori misure restrittive, in aggiunta a quelle del 2014, nei confronti di Mosca.

Una scelta assunta di concerto con gli Stati Uniti d’America i quali, in forza della loro vocazione “imperialista” e guerrafondaia, hanno tutto l’interesse sia a dividere il c.d. “Occidente” dalla Russia, sia a consolidare il loro controllo in Europa.

L’Unione, nonostante le recenti e gravissime dichiarazioni di Joe Biden sul Presidente Vladimir Putin, continua a non elaborare una politica estera comune (ammesso che sia possibile.

Cosa di ardua attuazione vista le divergenze tra i ventisette Stati membri) e le conseguenze sono evidenti.

Si pensi solo all’aumento della fornitura di gas liquido promesso dagli USA: non sarà nè un regalo, nè una transazione a prezzo calmierato. Necessitando di un trasporto transatlantico costa già oggi il 20% in più rispetto a quello acquistato dalla Federazione Russa e richiede l’utilizzo di rigassificatori funzionali a riportare il Gnl allo stato gassoso i quali, peró, scarseggiano nel nostro continente.

A questo si aggiunga che la quantitá aggiuntiva non è assolutamente sufficiente a coprire il fabbisogno europeo che arriva, nell’arco di un anno solare, a 430 miliardi di metri cubi di cui 76 solo per la penisola.

L’Italia, che non possiede un leader con una strategica visione geopolitica, poteva e doveva opporsi in sede “comunitaria” ed elaborare una prospettiva strategica alternativa, puntando sul suo ruolo di “Paese amico” della Federazione Russa.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, Mario Draghi, e l’intero Governo non sono stati in grado di svolgere una seria attività di mediazione diplomatica (ad esempio insistere per l’attuazione della parte politica degli accordi di Minsk), rimanendo appiattiti nella logica euro-atlantista il cui scopo è l’isolamento della Russia, della Repubblica Popolare Cinese e delle potenze emergenti come l’India dall’Europa.

Tradizionalmente l’Italia ha sempre mantenuto un dialogo con Mosca sia durante che dopo la Guerra Fredda, dialogo culminato nel 2002 con l’istituzione del Consiglio Nato-Federazione Russa al vertice di Pratica di Mare.

Dopo la crisi Mosca-Kiev del 2014, Roma ha sostenuto l’approccio occidentale del “dual track” verso la Russia, ma privilegiando sempre il dialogo sulla deterrenza. Oggi, invece, è uno Stato ostile.

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