Le parole di Gesù sono terribilmente chiare

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI MERCOLEDÌ 13 APRILE 2022 – MERCOLEDÌ SANTO


Dal Vangelo secondo san Matteo 26,14-25


In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».

Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». 

COMMENTO

«Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Le parole di Gesù sono terribilmente chiare. Ci mostrano le conseguenze del peccato, specie quando diventa il modo abituale di vivere. Ogni uomo ha la possibilità di pentirsi del male fatto, fino all’ultimo istante della vita, e di salvarsi l’anima. Ma quando si decide consapevolmente di vivere nel peccato, non come evento eccezionale ma come modo normale di vivere (e Giuda lo aveva fatto: nel brano immediatamente precedente si diceva che Giuda era ladro, e prendeva dalla cassa comune quello che gli altri vi mettevano dentro) si spalanca la strada al maligno, che vuole la nostra rovina. E infatti, come dice il Vangelo di Giovanni nel brano dell’Ultima Cena, Satana entrò in lui. Sappiamo bene come è andata a finire: ha tradito Gesù, lo ha consegnato ai suoi carnefici, e non è stato capace di pentirsi, finendo i suoi giorni impiccandosi. Anche Pietro ha peccato, rinnegando tre volte il Signore. Ma Pietro, pur con le sue debolezze e i suoi sbagli, era un uomo onesto, abituato a vivere in grazia di Dio, e infatti si è subito accorto del suo sbaglio, si è pentito (il Vangelo ci dice che è scoppiato in lacrime), ed ha chiesto perdono. E l’ha ottenuto. 

Noi crediamo di poter dominare il peccato, di potercene allontanare quando vogliamo. In realtà è lui che ci domina, che piano piano ci indebolisce, e ci rende facile preda di colui che vuole la nostra rovina.

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