Dio lo ripagò facendogli apparire due angeli con una grande Ostia in mano

di Mariella Lentini*

ECCO CHI È SAN PASQUALE BAYLON

Pasquale Baylon nasce a Torrehermosa (Spagna), nel 1540. Non va a scuola perché deve aiutare i suoi genitori, poveri pastori contadini. Al pascolo è sempre solo. Il silenzio è interrotto soltanto dai rumori della natura: il soffio del vento, il cinguettio degli uccelli, il fruscio degli alberi, lo scroscio di un ruscello. Pasquale cresce intelligente e possiede la sapienza come un dono ricevuto da Dio. Così impara a leggere utilizzando un libretto di preghiere. Un giorno, sua madre lo cerca per ore e, alla fine, disperata, lo ritrova in chiesa, in ginocchio, mentre prega Gesù. Il bambino è buono: ai compagni suggerisce di non peccare e ai più poveri regala metà del suo misero pasto.

Pasquale tratta con sollecitudine le pecore e, di fronte ai danni arrecati da queste ai terreni, non esita a ripagare di tasca propria i danneggiati oppure miete per costoro il grano. Il padrone per cui lavora lo ammira per la sua onestà e gli propone di adottarlo e di lasciargli l’eredità. Il pastorello non accetta per diventare frate. Chiede di essere ammesso, senza successo, nel Convento francescano alcantarino di Santa Maria di Loreto. Pasquale, allora, pascola le pecore accanto al convento, partecipa alla Messa a distanza e Dio lo ripaga facendogli apparire due angeli con una grande ostia in mano. Tutti parlano della santità di Pasquale che, finalmente, viene accolto dai frati.

Per la sua fede nell’ostia consacrata, Pasquale viene consultato da grandi uomini di Chiesa e gli viene offerto il sacerdozio che, però, lui rifiuta non ritenendosi degno. Preferisce rimanere frate laico e svolgere i lavori più umili, come zappare l’orto sotto il sole cocente o chiedere l’elemosina. Si priva di una parte del suo cibo (pane e legumi) e la regala a un misero vecchietto, risparmia le gocce d’olio per i bisognosi, cammina scalzo e dorme solo tre ore per notte per dedicarsi alla preghiera. L’umiltà del semi analfabeta viene ricompensata con il dono di poter compiere guarigioni miracolose. Sempre allegro con tutti, alle giovani che cercano marito suggerisce una sua ricetta: lo “zabaione” (dal dialetto del suo nome “San Baiun”), una crema a base di uova, zucchero e marsala.

È protettore di lavoratori precari, cuochi, pasticcieri e dietologi. Protegge pure le donne (da cui deriva la filastrocca: «San Pasquale Baylonne, protettore delle donne»). Muore nel 1592 a Vila-real (Spagna). Ogni 17 maggio, a Nocera Superiore (Salerno), in suo onore, artisti di strada di tutto il mondo partecipano al Festival Internazionale dei Madonnari.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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