L’Organizzazione mondiale della Sanità deterrà la sovranità sulla salute dei cittadini?

di Emanuela Maccarrone

UNO SCENARIO INQUIETANTE: LA GESTIONE ESCLUSIVA DELLE FUTURE PANDEMIE NELLE MANI DELL’OMS

A Ginevra (quartiere generale delle Nazioni Unite) si terrà fino al 28 maggio 2022 la settantacinquesima Assemblea mondiale della Sanità. I delegati delle 196 nazioni appartenenti all’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) saranno chiamati, tra le altre cose, a votare degli emendamenti agli articoli 55, 59, 61, 62 e 63 dell’IHR, International Health Regulations.

Se passassero tutti gli emendamenti i poteri dell’OMS verrebbero amplificati a dismisura e potrebbe scavalcare gli Stati nazionali decidendo quali misure sanitarie adottare a livello internazionale in caso di emergenze sanitarie.

Già il 3 marzo scorso il Consiglio dell’Ue aveva dato il via libera alle negoziazioni per il raggiungimento di un trattato di natura giuridica internazionale. E due settimane fa, il 12 maggio, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente statunitense Joe Biden si sono incontrati per discutere proprio “la struttura di sicurezza sanitaria pubblica a livello mondiale”. Nel comunicato stampa che ripercorre il vertice vengono ribaditi i punti focali, ovvero la “cooperazione per identificare e valutare nuove varianti”, nonché lo sviluppo di “vaccini di nuova generazione, terapie e strumenti di diagnosi”.

Adesso, come detto, si teme che si voglia arrivare a creare una risposta pandemica centralizzata e internazionale alle future pandemie, per fare dettare all’Oms, in modo univoco, gli obblighi sanitari per tutti gli stati membri, Italia compresa.

Su spinta dell’Unione europea e degli Stati Uniti l’idea di un “trattato internazionale per la prevenzione e la preparazione alle pandemie” risale al dicembre 2021, quando l’OMS ha istituito un corpo di negoziazione intergovernativo per mediare un accordo tra gli Stati membri. L’intenzione, purtroppo, sembra chiara: delegare sovranità nazionale in ambito sanitario all’Organizzazione mondiale della Sanità, in modo da “rafforzare la capacità e la resilienza nazionale, regionale e globale per le future pandemie”.

Ma siamo sicuri che una gestione unica da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità, alla luce degli evidenti interessi finanziari (l’Oms è in gran parte finanziata dall’industria farmaceutica e dalla Bill & Melinda Gates Foundation), sia la cosa migliore da fare?

L’Arcivescovo mons. Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America, ha manifestato una forte preoccupazione per la possibile attribuzione dei poteri di gestione delle pandemie all’Oms. “Se queste risoluzioni verranno approvate l’Oms avrà l’autorità di imporre in maniera esclusiva tutte le regole in caso di pandemia, ivi comprese quarantene, lockdown, vaccinazioni obbligatorie e passaporti vaccinali. Si tenga anche presente che questa organizzazione gode dell’immunità e i suoi membri non possono essere processati né condannati in caso di crimini”.

Secondo l’alto prelato il tentativo da parte dell’Oms di appropriarsi di un potere appartenente ai singoli Stati ha uno scopo ben preciso: l’attuazione dell’Agenda globalista 2030 e impedire qualsiasi forma di opposizione a tale Agenda che, in ambito sanitario, “punta sostanzialmente anche alla drastica riduzione dei servizi medici e ospedalieri, alla privatizzazione dei sistemi sanitari e alla prevenzione delle malattie tramite vaccini”.

Monsignor Viganò non ha escluso che questo scenario diventerà realtà, considerando la facilità con la quale i governi, la politica, i media, i magistrati, l’intera classe medica durante la psico-pandemia, siano stati asserviti ai diktat di gruppi sovranazionali, in notevole parte farmaceutici.

“All’impunità dei crimini commessi (gli effetti avversi provocati dai vaccini, ndr.) nel silenzio dei media mainstream si aggiunge la totale discrezionalità sulle prossime emergenze, ampiamente programmate dalla lobby farmaceutica. L’emarginazione del personale sanitario che si appella al Giuramento di Ippocrate rischia di diventare la norma per eliminare ogni voce di dissenso”, ha spiegato Viganò che si è appellato a quelle nazioni che possono opporsi a tali derive, quali la Russia e il Brasile, affinché si oppongano alla ratifica di queste risoluzioni. “Esprimo tutto il mio appoggio ai cittadini, e specialmente agli scienziati, ai medici e agli esperti di diritto che denunciano questa minaccia alla sovranità nazionale dei Paesi aderenti, e che chiedono sia fatta luce sugli eventi pregressi e sulle conseguenze che le decisioni dell’Oms hanno provocato alla salute della popolazione mondiale”.

Il monsignore ha esortato gli Stati a votare per perseguire il bene comune, ossia a tutelare la salute dei cittadini e i loro diritti inalienabili, affinché impediscano “il compimento di quel colpo di stato globale che l’Onu e il World Economic Forum hanno pianificato da anni sotto il nome di Agenda 2030 o di Great Reset“.

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