Credere significa adeguare la vita alla verità che professiamo

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO DI LUNEDÌ 30 MAGGIO 2022

Dal vangelo secondo san Giovanni (16, 29-33)

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». 

COMMENTO

«Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo». Il Signore fa questo discorso prima della sua passione, durante l’ultima cena. Risponde ai discepoli che avevano appenda detto che essi ora credono che Egli sia uscito da Dio. Con queste parole Gesù smorza gli entusiasmi dei discepoli. E i nostri. Credere non significa soltanto aver capito, con la mente, che Gesù è Dio. Significa adeguare la nostra vita a quella verità che professiamo. I discepoli infatti, non molto tempo dopo, si daranno alla fuga davanti ai soldati dei Giudei che erano venuti per arrestare Gesù. E lo lasceranno solo. La nostra fede è forte finché va tutto bene. Quando per qualche motivo ci chiede qualcosa di spiacevole ecco che battiamo in ritirata. Chiediamo al Signore di rafforzare la nostra fede, per poter condurre un’esistenza il più possibile coerente con la verità che professiamo. Perché quella verità, se resa pratica di vita, può rendere bella e gioiosa la nostra esistenza.

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