L’UE bacchetta gli USA. Per la pace? Macchè, per l’aborto!

di Diego Torre

L’EMERGENZA MONDIALE PER GLI EURODEPUTATI È GARANTIRE L’ABORTO


L’Europa avanza a passi di gigante verso una recessione economica paurosa. In Ucraina si muore in guerra. In Africa si prepara la fame e relative migrazioni in massa verso l’Italia ed il vecchio continente. Nubi nere si addensano all’orizzonte della storia futura; e che fa il Parlamento europeo?

L’emergenza più emergente per i nostri eurodeputati è stata quella di approvare la risoluzione, “sulle minacce globali al diritto all’aborto: il possibile ribaltamento del diritto all’aborto negli Stati Uniti da parte della Corte Suprema” con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni.

Il “diritto”, chiaro? E per quel diritto il parlamento dei conigli europei si ingerisce in una vicenda tutta americana, peraltro ancora ferma ad una bozza “misteriosamente” fuoriuscita dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Fra gli italiani favorevoli PD, 5 Stelle, liberali e sinistre varie; contrari Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Un primo orrore è la difesa di quell’infame “diritto”, come lo chiamano loro, per il quale le madri possono mettere a morte i figli con il sostegno economico, sanitario e giuridico dello Stato.

Poi c’è l’ingerenza in un affare interno degli Stati Uniti, che non fanno certo parte dell’Unione Europea. Ma ciò non scoraggia i conigli del Parlamento Europeo, che non sanno porre fine alla guerra in Ucraina, ma sono pronti anche a bacchettare la superpotenza americana pur di continuare la mattanza degli innocenti (45 milioni l’anno nel mondo – dati ONU).

Nel testo c’è anche la richiesta di maggiori fondi per le Ong e le multinazionali che promuovono l’aborto nel mondo, il divieto di obiezione di coscienza per i medici, l’invito alla Commissione europea e agli Stati a liberalizzare del tutto l’aborto, ed a fare pressioni perché si arrivi ad una legge federale negli Stati Uniti (che è quello che vuole Biden).

Viene invitato il presidente USA (che non chiede di meglio) a garantire l’accesso all’aborto legale, e si invitano i singoli stati americani, come il Texas, ad adeguarsi alle legislazioni … degli altri paesi occidentali.

Il peso legislativo della risoluzione è nullo, non obbliga alcuno degli Stati, ma la sua valenza ideologica è notevole. Chiarisce oltretutto, una volta per sempre, quali siano i valori di “questa” Europa che ha rigettato da tempo le radici cristiani per inebriarsi col più spregiudicato e sanguinario relativismo, negatore della sacralità della vita umana.

Si capisce anche come al defunto Sassoli sia successa alla presidenza del Parlamento Europeo Roberta Metsola, che già alla sua elezione fece sostanziale abiura di quei valori pro-life di cui si diceva paladina fino al giorno prima.

Invano il gruppo dei Conservatori e degli Identitari hanno presentato risoluzioni di segno opposto, a sostegno della maternità. Esse non sono state neppure votate nonostante le forti proteste dei proponenti.

E protesta con forza la Comece, Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea, con una dichiarazione del segretario generale padre Manuel Barrios Prieto, che denuncia “un’interferenza inaccettabile nelle decisioni giurisdizionali democratiche di uno Stato sovrano, un Paese che non è nemmeno uno Stato membro dell’UE.

L’adozione di una risoluzione del Parlamento europeo che avalla questa interferenza non farà altro che screditare questa istituzione” e ricorda che “non esiste un diritto all’aborto riconosciuto nel diritto europeo o internazionale… nessuno Stato può essere obbligato a legalizzare l’aborto, o a facilitarlo”.

La grande stampa ha ignorato il fatto, quando non lo ha esaltato per la sua portata di “civiltà”. Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita ha così commentato: “Il diritto di aborto è l’aborto del diritto, dei diritti dell’uomo, dell’Europa. Non è un giudizio sulle donne, sui vissuti, sui drammi, sui singoli. È un giudizio sulla cultura che si ribella alla sola idea che la Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe ribaltare la sentenza del 1973 e considerare il concepito un essere umano degno di vivere, una cultura che non tollera in alcun modo che si parli di lui: il concepito, il bambino non ancora nato”.

Ma, checché ne pensino i pro-choice conformisti europei e il presidente Biden, la Marcia per la vita continua in America e si appresta a tagliare nuovi traguardi. E questo non sarà indifferente per il resto del mondo.

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