Mons. Paglia: “Il parlamentare non è un manichino che deve dire sempre di sì”

di Bruno Volpe

MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA, ARCIVESCOVO E PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA: “OGNI PARLAMENTARE HA UN SUO DISCERNIMENTO E UNA PROPRIA COSCIENZA E SE LE LEGGI DA VOTARE O I PROVVEDIMENTI DA SCEGLIERE SONO CONTRO LA SUA COSCIENZA, SE VANNO CONTRO LA SUA ETICA NON SOLO HA IL POTERE DI DISSENTIRE, MA ADDIRITTURA IL DOVERE MORALE DI FARLO. PENSO AD ESEMPIO ALL’ ESERCIZIO DELL’ OBIEZIONE DI COSCIENZA. NATURALMENTE LE COSE MUTANO SE IL CAMBIO AVVIENE PER BANALI INTERESSI DI BOTTEGA”

“Sono preoccupato per l’Italia, dove la logica dell’ orticello sta prevalendo rispetto alla visione della polis”: Monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo e Presidente della Pontificia Accademia per la Vita parla con Informazione Cattolica della recente crisi di governo.

Eccellenza Paglia: lei ha dedicato un saggio alla logica del noi e a quella dell’io. Qual oggi è predominante?

“In Italia è in atto, da qualche tempo, una forza disgregatrice. Si chiama individualismo, un vero e proprio virus. In sintesi, giorno dopo giorno, domina la visione del particulare rispetto al bene comune che dovrebbe invece spingere la politica. Stiamo abbandonando il noi a tutto vantaggio dell’io e questo non porta mai buoni frutti e risultati. Insomma, è il particulare che diventa patologico rispetto a quello che invece dovrebbe essere fisiologico, il noi, almeno nella politica”.

Il governo Draghi è caduto e si va alle elezioni…

“Le elezioni non soano sbagliate, anzi sono una bella e lodevole espressione della volontà popolare. Sono un salutare esercizio del diritto. Però in alcune occasioni questo esercizio di un sacrosanto diritto può diventare non fruttuoso per il bene comune e può non favorire uno sviluppo armonioso della collettività. Del resto in Italia avremmo votato tra sei mesi, non tra cinque anni. Anche in questa scelta a mio avviso ha prevalso il particulare sul collettivo e addirittura rancori personali. Molto grave ed anche triste”.

Che cosa pensa dei politici ” responsabili” che cambiano casacca?

“Qui bisogna essere chiari. Io non mi scandalizzo. Il parlamentare non è un manichino che deve dire sempre di sì solo perché è stato eletto. Ha un suo discernimento e una propria coscienza e se le leggi da votare o i provvedimenti da scegliere sono contro la sua coscienza, se vanno contro la sua etica non solo ha il potere di dissentire, ma addirittura il dovere morale di farlo. Penso ad esempio all’ esercizio dell’obiezione di coscienza. Naturalmente le cose mutano se il cambio avviene per banali interessi di bottega”.

Preoccupato per il nostro Paese?

“Lo sono, ci attende un autunno piuttosto caldo ed occorreva seguire come dicevo prima una logica del noi rispetto a quella dell’io. Il rischio anche abbastanza concreto è che si abbandoni una visione larga rispetto ad una ristretta, che predomini la logica dell’ orticello rispetto a quella della polis. In sintesi che si corra dietro all’ individualismo”.

 

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