La finestra sul Paradiso: il Santuario della Porziuncola

di Rachele Parrinello e Giada Maria Montalto

LA FESTA DEL “PERDONO DI ASSISI” O “DELLA PORZIUNCOLA” INIZIA LA MATTINA DEL 1° AGOSTO E SI CONCLUDE ALLA SERA DEL 2 AGOSTO: OCCASIONE PER RICORDARE LA STORIA DEL SANTUARIO.

La Basilica di S. Maria degli Angeli di Assisi fu edificata tra il 1569 e il 1679 per volere del Papa san Pio V (1566-1572) al fine di custodire le cappelle della Porziuncola, del Transito, del Roseto e altri luoghi resi sacri dalla memoria di san Francesco. Inizialmente la prima chiesetta, edificata probabilmente nel IV secolo, prese il nome dalla zona denominata “Porziuncula”, ed indica letteralmente la piccola porzione di terreno sulla quale sorgeva S. Maria degli Angeli. Rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, fu la terza chiesa ad essere restaurata direttamente da san Francesco dopo il “mandato” ricevuto dal Crocifisso di San Damiano; infatti, dinnanzi ad esso egli ricevette dal Signore la richiesta di riparare la Sua “casa”.

La Porziuncola, posta al centro sotto la cupola della basilica di Santa Maria degli Angeli, costituisce il cuore del santuario, in quanto è uno dei luoghi francescani più importanti del mondo: qui Francesco comprese chiaramente la sua vocazione e vi fondò nel 1209 l’Ordine dei Frati Minori, affidandolo alla protezione della Vergine Madre di Cristo, cui la chiesa è dedicata. Sempre in questo luogo, il 28 marzo 1211 Chiara di Favarone di Offreduccio ricevette dal Santo di Assisi l’abito religioso, dando inizio all’Ordine delle Povere Dame, meglio conosciute come Clarisse e nel 1216, in una visione, ottenne da Gesù stesso il “Perdono di Assisi”. Una notte, mentre era immerso nella preghiera all’interno della Porziuncola, all’improvviso la chiesa fu invasa da una vivissima luce; in quella luce Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla Sua destra la Madre Santissima circondati da una moltitudine di angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il Signore. Allora il Signore gli chiese cosa desiderasse per la salvezza delle anime. Francesco rispose: «Signore, benché sia io misero peccatore, ti prego che tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, tu conceda loro ampio e generoso perdono con una completa remissione di tutte le colpe». Il Signore accolse la sua preghiera a patto che Francesco domandasse al Vicario di Cristo in Terra questa indulgenza a Suo nome. Francesco, allora, si presentò dal pontefice Onorio III e gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà diede la sua approvazione. Poi aggiunse: «Per quanti anni vuoi questa indulgenza?» Francesco rispose: «Padre Santo, non domando anni, ma anime!» E felice si avviò verso la porta ma il pontefice lo richiamò e gli domandò ancora sconcertato: «Come? Non vuoi nessun documento?». E Francesco rispose con molta calma e fermezza: «Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno del documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli angeli i testimoni». E fu così che da otto secoli convergono verso il Santuario milioni di pellegrini desiderosi di varcare la “porta della vita eterna” per ritrovare pace e perdono.

Oltre alla Porziuncola, un altro luogo significativo è il Transito: si tratta di un vano in pietra in cui era situata l’infermeria del primitivo convento ed è lì che la sera del 3 ottobre 1226 Francesco, dopo aver aggiunto gli ultimi versi al suo Cantico delle creature («Laudato sii mi’ Signore, per sora nostra morte corporale da la quale nullo homo vivente po skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntate, ka la morte secunda nol farrà male») venne deposto nudo sulla “nuda” terra, pregò e consolò i suoi discepoli e poi morì. Uno dei suoi frati testimonia che subito dopo vide l’anima beata di Francesco, adesso separata dal corpo, in forma di stella lucentissima sollevarsi su una candida nuvoletta al di sopra di molte acque e penetrare diritta in cielo dove il Santo riposa con Cristo, da quel giorno, per l’eternità.

Un’altra zona molto significativa della Basilica è il Roseto: è ciò che rimane dell’antica selva dove i frati dimoravano. Secondo una tradizione – attestata già dalla fine del Duecento – Francesco fortemente tentato si gettò nudo nei rovi per lottare contro il male a cui avrebbe potuto aderire con il peccato e per esprimere la sua totale confidenza in Dio che solo può salvare da ogni prova: per prodigioso intervento divino i rovi, a contatto col corpo del Poverello, si cambiarono in rose senza spine dando origine alla Rosa Canina Assisiensis, che ancora oggi continua a fiorire solo alla Porziuncola. Il Santuario di S. Maria degli Angeli è un dono immenso della bontà, della misericordia e della Gloria di Dio e, la straordinaria e umile testimonianza di San Francesco illumina chiunque si reca in pellegrinaggio in questo luogo sacro, finestra sul Paradiso.

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