Ci voleva lo scandalo social perché un sacerdote prendesse atto della gravità di quanto fatto?

di Diego Torre

DOV’È FINITO IL SENSO DEL SACRO?

La celebrazione della Santa Messa sul materassino gonfiabile, immersi in acqua fino alla cintola (del costume da bagno), mancava nella galleria della “creatività liturgica”. Il 24 luglio un giovane sacerdote ha provveduto a colmare la lacuna, dando questo squallido spettacolo nel mar di Calabria.

Nella sua lettera di scuse all’Arcivescovo, ai Vicari episcopali, ai suoi confratelli e a tutti i fratelli e sorelle nella Fede, egli rende noto che “Non era assolutamente mia intenzione banalizzare l’Eucarestia né utilizzarla per altri messaggi di qualunque tipo”.

Egli stesso però riconosce che “i simboli sono forti, è vero, e parlano, a volte anche in maniera diversa da come vorremmo. É stato ingenuo da parte mia non dare loro il giusto peso. Vi assicuro che non sono mancate l’attenzione e la custodia alla Parola e all’Eucarestia, ma fuori contesto la forma è più eloquente della sostanza e un momento di preghiera vissuto con intensità e significato dai ragazzi lì presenti ha urtato la Fede di molti: ne sono profondamente amareggiato… Riconosco di aver mancato nell’attenzione necessaria alla valorizzazione di un Mistero così grande e così indegnamente affidato alle nostre umili mani. Ho sempre vissuto la celebrazione eucaristica con profonda consapevolezza dell’immenso Mistero di amore che esso cela e veicola e in otto anni di ordinazione quella è stata la prima volta che non ho indossato almeno camice e stola. Ma mi rendo conto che anche solo una volta è di troppo”.

Prendiamo atto delle sue sincere parole di pentimento, ma… come ha fatto a non accorgersi prima che stava commettendo un atto oggettivamente blasfemo?

Il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, che non risulta abbia studiato teologia in seminario, lo ipotizza, ed ha avviato un’indagine giudiziaria per verificare il possibile reato di «offesa a una confessione religiosa» (art. 403 del Codice Penale).

Ci voleva lo scandalo social perché il sacerdote prendesse atto della gravità di ciò che aveva commesso e ne chiedesse scusa? Oltre che agli uomini non andrebbe anche chiesta scusa a Dio con una qualche forma di pubblica e solenne riparazione, come un’adorazione eucaristica? Diamo per scontata la sua buonafede; ma allora cosa è mancato?

Forse gli elementi di giudizio sufficienti derivanti dalla sua preparazione teologica e liturgica. Forse una forte consapevolezza di cosa sia il Sacrificio della S. Messa. E questo non sorprende. Il processo di secolarizzazione che investe la Chiesa ha prodotto e produce abusi eucaristici e gli stessi fedeli … quanto hanno chiara la dottrina in materia?

Assemblea, festa che non deve finire, momento di comunione fraterna, catechesi del prete, agape…. Ma la “la liturgia è considerata come l’esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell’uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado” (Sacrosanctum Concilium, n. 7).

La Santa Messa è il dono più prezioso che Dio fa alla Chiesa e tutto quanto la riguarda va rappresentato e vissuto con la massima deferenza, poiché Gesù Cristo “è presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche”, ricorda lo stesso numero 7 della Sacrosanctum Concilium. Ma queste certezze dottrinali che la Chiesa ci ha sempre dato e ci dà col suo magistero, quanto sono presenti nel popolo di Dio e nei suoi ministri?

Il dramma dell’ignoranza religiosa devasta la formazione di tanti cristiani, pur essendo passati duemila anni dal Sacrificio di Gesù in Croce. E “dietro ai modi diversi di concepire la liturgia ci sono, come di consueto, modi diversi di concepire la Chiesa, dunque Dio e i rapporti dell’uomo con Lui. Il discorso liturgico non è marginale: è stato proprio il Concilio a ricordarci che qui siamo nel cuore della fede cristiana” (Card. Joseph Ratzinger, Rapporto sulla fede).

 

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