Un caso che divide “seriamente” l’opinione pubblica

di Diego Torre

RAPITI DALLA PROFONDITÀ DELLE RIFLESSIONI SUL “CASO” DI VANESSA INCONTRADA, INDICATIVE DELLO STANDARD CULTURALE DEI MEDIA, POTREMO FORSE DIMENTICARE PER ALCUNI MINUTI LA GUERRA IN UCRAINA, LA FAME NEL MONDO, LE EPIDEMIE, LA CRISI ENERGETICA, IL CAROVITA E ANCHE IL VOLTO TRISTE DEL MINISTRO SPERANZA

Altro che guelfi e ghibellini! Altro che orazi e curiazi! Altro che Roma e Lazio!

Basta che venga pubblicata una foto di Vanessa Incontrada (questa volta ben coperta) col titolo “Sei bellissima” perché la relativa intervista riproponga l’arduo problema: bella perché cicciottella o ormai andata per eccesso di pinguedine?

Ripartono così le polemiche già rilanciate da un servizio fotografico e si ripropone un problema ormai annoso: i chili in più possono essere mostrati o no?

L’interessata fa spallucce e probabilmente non è troppo dispiaciuta. “C’è una sola cosa al mondo peggiore che se ne parli, e cioè che non se ne parli”, scriveva Oscar Wilde. E questo nel mondo dello spettacolo è ancora più vero.

Per la seconda volta scende in campo a sua difesa quell’indubbia esperta di estetica femminile che è Sabrina Ferilli, rimarcando come siano stucchevoli le critiche ma anche l’insistenza mediatica a favore del body positivy.

Specifichiamo per gli incolti che quest’ultimo è un movimento di “pensiero” teso a valorizzare i corpi che si differenziano dallo standard di bellezza dominante.

Arricchiti i nostri lettori di questa fondamentale conoscenza, che renderà più felice la loro vita, torniamo alla Ferilli.

L’attrice romana solidarizza con la spagnola ed esprime il suo sdegno per una polemica sul corpo che “dura da secoli”; ma aggiunge un commento pungente: “una donna matura deve pure capire che ste storie non hanno più senso… e magari fare una copertina in meno e raccontare che lavoro sta facendo!”.

Rapiti dalla complessità di tali riflessioni, indicative dello standard culturale dei media, potremo forse dimenticare per alcuni minuti la guerra in Ucraina, la fame nel mondo, le epidemie, la crisi energetica, il carovita e anche il volto triste del ministro Speranza.

Ma la dimenticanza grave sarebbe quella relativa alla realtà più vera, ovvero che una persona è fatta di corpo e anima, due dimensioni inscindibili ed entrambi meritevoli di rispetto.

Il pericolo serio e vero è la riduzione dell’uomo alla sua realtà materiale. E di questo non sono certamente le attrici le principali responsabili, ma tutta una cultura materialista, dominante e pervadente, che inonda il mondo, soprattutto quello giovanile, determinando comportamenti che negano la dignità umana.

Dal modo di vestire a quello di atteggiarsi e di parlare: volgarità, sensualità, mode indecenti, spudoratezza, arroganza, esibizionismo. Sono tutti comportamenti che rimandano ad un sottinteso pericolosissimo: la persona è soltanto il suo corpo e il suo successo dipende dal gradimento altrui della sua fisicità. Ma non può e non deve essere così.

 

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