Fulton Sheen capì i radicali cambiamenti in atto e annunciò il Cristianesimo in modo nuovo

di Paola Liberotti*

IL SEGRETO DELLA VERA FELICITA’ NEI DISCORSI DEL VESCOVO (E VENERABILE) FULTON JOHN SHEEN

Fatti per l’Eternità. Introduzione al Cristianesimo”, appena ripubblicato dalla Casa Editrice Mimep Docete (208 pagine, euro 14), raccoglie i testi delle prime quattordici trasmissioni, con tematiche anche oggi sempre attuali, del venerabile Fulton John Sheen, un vescovo molto popolare nell’America degli anni Cinquanta e Sessanta.

Era nato a El Paso, Illinois, l’8 maggio 1895, ordinato sacerdote nel 1919, fu consacrato vescovo a Roma l’11 luglio 1951. Un anno dopo cominciò la sua famosa serie televisiva, che raggiunse un’audience di venti milioni di telespettatori ogni settimana e continuò ininterrottamente fino al 1957. Sheen morì a New York il 9 dicembre 1979, all’età di ottantaquattro anni.

Ma ecco come si svolsero gli eventi. Una rete televisiva americana ebbe l’idea di affidare un programma serale a un vescovo cattolico, allora sconosciuto ai più, di nome Fulton John Sheen, il quale già negli anni Trenta aveva parlato a un programma radiofonico, in onda ogni domenica sera, intitolato “L’Ora Cattolica” e ottenendo ottimi ascolti. La trasmissione televisiva si chiamava “Life is worth living” (“La vita vale la pena di essere vissuta”): il successo fu immediato, infatti in breve il suo pubblico crebbe a dismisura tanto da divenire un fenomeno di massa, con milioni di spettatori. Addirittura, dopo quattro anni l’Autore fu premiato con un “Emmy Award”, come “il più eccezionale personaggio televisivo dell’anno”.

Il segreto di tale successo stava, oltre che nella sua grande abilità oratoria, nell’aver colto la trasformazione della società occidentale, e compreso pienamente che i radicali cambiamenti in atto rendevano necessario un nuovo modo di annuncio del Cristianesimo: capace di rivolgersi alla vita quotidiana del popolo e di rispondere, allora come oggi, alle attese più profonde di ogni persona. Il suo messaggio resta quindi di perenne attualità e fondamentale per tutti noi; basti pensare che san Giovanni Paolo II, incontratolo nel 1971, gli disse: “Tu hai scritto e parlato molto bene del Signore Gesù. Sei un figlio leale della Chiesa!”.

*Legio Mariae – Roma

 

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