Putin: “metà della popolazione mondiale vive negli stati SCO”

di Gian Piero Bonfanti

A SAMARCANDA UN MEETING DEGLI STATI MEMBRI DELLA “SHANGHAI COOPERATION ORGANIZATION” (SCO) CHE FA PREOCCUPARE IL MONDO

La famosa canzone “Samarcanda” di un noto cantautore italiano nel suo prologo iniziava così: “C’era una grande festa nella capitale perché la guerra era finita. I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise. Per la strada si ballava e si beveva vino, i musicanti suonavano senza interruzione. Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni, riabbracciare i loro uomini. All’alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi“.

Samarcanda è una città dell’Uzbekistan, patrimonio dell’umanità, situata lungo la via della seta, nel percorso tra la Cina e l’Europa. Nei giorni scorsi si è tenuto in questa città un importante summit di vari paesi del mondo orientale.

A questo incontro di venerdì 16 settembre scorso hanno partecipato il Primo Ministro della Repubblica dell’India Narendra Modi, il presidente della Repubblica del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, il presidente della Repubblica del Kirghizistan Sadyr Japarov, il primo Ministro della Repubblica Islamica del Pakistan Shehbaz Sharif, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, il presidente della Repubblica del Tagikistan Emomali Rahmon, nonché il Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai Zhang Ming e il direttore del Comitato Esecutivo della Struttura Antiterrorismo Regionale della SCO, Ruslan Mirzayev.

I temi trattati riguardano il rafforzamento della connettività tra i vari stati membri dell’SCO (Shanghai Cooperation Organization), la loro cooperazione industriale, l’economia green, il tema della digitalizzazione e il commercio. Tutti avremmo voluto che a Samarcanda ci fossero andati questi rappresentanti a guerra finita, una volta bruciate le divise e festeggiata la pace, un po’ come il testo della canzone. Purtroppo non è così e Vladimir Putin è stato anche apostrofato dal Primo Ministro della Repubblica dell’India, Narendra Modi, con un lapidario: “Ora non è tempo di guerra”.

Ma allora ci viene spontaneo chiederci di cosa sarà tempo ora. Di cosa avranno mai parlato in questa occasione? In realtà Samarcanda sembra che sia il luogo dove si possono creare alternative concrete all’Ovest, ovvero in antitesi alla NATO. Quindi se tutto l’Occidente rimane convinto di aver indebolito la Russia con le sanzioni imposte a causa della guerra in Ucraina, non c’è in realtà da stare molto allegri in previsione di una coalizione di superpotenze asiatiche che a livello politico-economico possono sicuramente mettere a rischio la “stabilità” mondiale.

Nel suo discorso ai membri della Shanghai Cooperation Organization il Presidente della Federazione Russia, Vladimir Putin, ha sottolineato che “la SCO è diventata la più grande organizzazione regionale del mondo”, questo perché “oltre la metà della popolazione mondiale vive negli stati membri della SCO, che rappresentano circa il 25 per cento del PIL globale e hanno un potente potenziale intellettuale e tecnologico e una parte considerevole delle risorse naturali globali. Allo stesso tempo, la SCO non segna il passo, ma continua a sviluppare e rafforzare il suo ruolo nell’affrontare le questioni internazionali e regionali e nel mantenere la pace, la sicurezza e la stabilità in tutto il vasto spazio eurasiatico”.

Secondo Putin “la politica e l’economia globali stanno per subire cambiamenti fondamentali e irreversibili. Il ruolo crescente dei nuovi centri di potere sta diventando sempre più evidente, e l’interazione tra questi nuovi centri non si basa su alcune regole, che sono loro imposte da forze esterne e che nessuno ha visto, ma sui principi universalmente riconosciuti della Stato di diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, vale a dire, sicurezza eguale e indivisibile e rispetto della sovranità, dei valori e degli interessi nazionali dell’altro. È su questi principi, privi di ogni elemento di egoismo, che gli sforzi congiunti degli Stati membri della SCO si basano sulla politica e sull’economia. Ciò apre ampie prospettive per una cooperazione continua e reciprocamente vantaggiosa in politica, economia, cultura, umanitaria e altre sfere”.

Per il Presidente della Federazione Russa, “la lotta al terrorismo e all’estremismo, al traffico di droga, alla criminalità organizzata e alle formazioni armate illegali resta una priorità della nostra cooperazione. Altri settori chiave includono la fornitura di assistenza nella risoluzione politica e diplomatica dei conflitti lungo le nostre frontiere esterne, compreso l’Afghanistan. Il rafforzamento della cooperazione economica è stato tradizionalmente una parte fondamentale delle attività della SCO. I nostri sforzi congiunti sono progettati per espandere gli scambi commerciali e di investimento, realizzare progetti commerciali reciprocamente vantaggiosi in vari settori e aumentare il volume degli insediamenti nelle valute nazionali”.

Per Vladimir Putin la SCO cercherà di aiutare “ad affrontare i problemi energetici e alimentari che stanno crescendo a livello globale a causa di alcuni errori sistemici nelle principali economie mondiali nel campo della finanza e dell’energia. La nostra politica non è egoistica. Ci auguriamo che altri partecipanti alla cooperazione economica costruiscano le loro politiche sugli stessi principi e smettano di utilizzare gli strumenti del protezionismo, delle sanzioni illegali e dell’egoismo economico a proprio vantaggio. La decisione della Commissione europea di revocare le sanzioni sui fertilizzanti russi è un vivido esempio di tale comportamento egoistico. Siamo consapevoli del ruolo importante dei fertilizzanti nel superare il problema alimentare. Ovviamente, accogliamo con favore la decisione di revocare le sanzioni. Ma si scopre che, in accordo con il chiarimento della Commissione europea del 10 settembre, queste sanzioni sono state revocate solo per i paesi dell’UE. Si scopre che sono gli unici che possono acquistare i nostri fertilizzanti. E i paesi in via di sviluppo più poveri del mondo?”.

Sfidando il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Putin ha annunciato che 300.000 tonnellate di fertilizzanti russi sono stoccate nei porti marittimi dell’UE. “Siamo pronti a renderli disponibili gratuitamente ai paesi in via di sviluppo. Vorrei anche notare che la Russia sta aumentando le sue esportazioni di grano sui mercati internazionali. Quest’anno saranno 30 milioni di tonnellate e l’anno prossimo saranno 50 milioni di tonnellate con il 90 percento delle nostre esportazioni alimentari destinate ai mercati dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Indubbiamente, le decisioni e i documenti del vertice in corso per migliorare l’efficienza dei corridoi di trasporto internazionali, per espandere l’intraregionale, per far progredire la cooperazione industriale, scientifica e tecnica e per introdurre soluzioni ad alta tecnologia in agricoltura e assistenza sanitaria promuoveranno l’ulteriore sviluppo dei legami commerciali all’interno del SCO”.

Il Presidente russo ha sottolineato che è anche importante “promuovere la cooperazione culturale e umanitaria all’interno della SCO. Gli accordi e i memorandum di cooperazione in ambito turistico e museologico […] costituiranno il prossimo passo in avanti su questa strada. Sembra che le opportunità siano buone per rafforzare la cooperazione sportiva e potenzialmente organizzare grandi eventi sportivi con la sponsorizzazione della SCO. Per fare questo, potremmo pensare di creare un’associazione di organizzazioni sportive sotto la nostra associazione”.

Concludendo il suo intervento allo SCO Putin ha anche annunciato che la Russia, “senza dubbio, è favorevole all’adesione della Repubblica islamica dell’Iran alla SCO. […] Siamo convinti che la partecipazione a tutti gli effetti dell’Iran sarà vantaggiosa per l’associazione, poiché quel paese svolge un ruolo importante nella regione eurasiatica e nel mondo in generale. Sosteniamo inoltre pienamente la decisione […] di avviare il processo di ammissione della Repubblica di Bielorussia come membro della SCO. […] Abbiamo sempre sostenuto che la Bielorussia, che è il partner strategico e il più stretto alleato della Russia, dovrebbe partecipare pienamente alla SCO. Ciò migliorerà senza dubbio la nostra capacità di promuovere l’unità in politica, economia, sicurezza e questioni umanitarie. Naturalmente, accogliamo con favore la concessione dello status di partner di dialogo SCO a Egitto, Qatar e Arabia Saudita, nonché l’avvio della procedura per l’ottenimento di tale status da parte del Regno del Bahrain, dello Stato del Kuwait, della Repubblica delle Maldive, della Repubblica dell’Unione del Myanmar e degli Emirati Arabi Uniti. In particolare, ci sono più paesi desiderosi di collaborare con la SCO a vario titolo e le candidature di altri stati e associazioni internazionali meritano la nostra massima attenzione e considerazione favorevole”.

Chi pensava che Vladimir Putin stesse a guardare subendo sanzioni e venendo attaccato dall’opinione pubblica, oggi forse può iniziare a riflettere sulle decisioni ostili prese dall’Europa nei suoi confronti sotto la spinta, neanche velata, dello Zio Sam. Per tutti coloro che inneggiavano alla guerra forse oggi sarà più chiaro il semplice concetto che la pace non la si ottiene armando uno dei paesi coinvolti in un conflitto.

Mentre la povera gente muore sotto il fuoco dei mortai e dei cannoni, mentre viene sterminata dai bombardamenti o dagli assalti militari, c’è chi conduce una guerra molto più pericolosa. È la guerra economica, molto più invasiva della prima.

“Non è poi così lontana Samarcanda,
Corri cavallo, corri di là
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà
Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh.”

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments