L’esibizionismo passa anche dagli occhiali da sole…

di Nicola Sajeva

ESIGENZE FRIVOLE CON QUALCHE DEFORMAZIONE MENTALE PORTANO ALL’ESIBIZIONISMO LEGATO PERSINO AGLI OCCHIALI DA SOLE, CHE CONTRIBUISCONO ALLA DEFINIZIONE DEL PERSONAGGIO CHE INTENDIAMO INTERPRETARE SULLA SCENA DELLA NOSTRA QUOTIDIANITÀ…

Struggente nostalgia dell’estate, sponsorizzazione di qualche modello inedito o messa in evidenza di un uso improprio? Lascio ai poeti la prima ipotesi; non sono né interessato né attrezzato per procedere alla trattazione della seconda; conseguentemente non mi resta che soffermarmi ad esporre qualche considerazione sull’uso, secondo me, improprio degli occhiali da sole.

Proprio nulla da eccepire se chi li porta si accompagna con il classico bastone bianco: diventa segno inequivocabile di una non risolvibile carenza visiva, spinge ognuno di noi ad una compassione aperta ad ogni intervento che possa esprimere solidarietà e calore umano.

Altro punto da non scalfire è la necessità di proteggere i nostri occhi, specie durante la stagione tradizionalmente definita bella, quando siamo costretti a ricevere tutti i riverberi della stella a noi più vicina. Per venire incontro a questa necessità, ieri, si spendevano poche lire, oggi, con l’avvento delle sollecitazioni commerciali che cavalcano tutti i nostri bisogni, la scalata del prezzo d’acquisto diventa alquanto ardua e la scelta del modello alquanto difficile.

La terza ipotesi si riferisce ad un uso improprio degli occhiali da sole ed allora dobbiamo cercare di aprire altri cassetti dove trovano posto tutte le motivazioni che spingono ognuno di noi a comprarli. Se poi gli occhiali devono essere non solo funzionali ma anche belli, vuol dire che vengono sollecitate esigenze anche frivole e dialoganti con qualche nostra deformazione mentale aperta all’esibizionismo, diventano accessori importanti del nostro abbigliamento, esprimono un modo di porsi considerato “in”, contribuiscono alla definizione del personaggio che intendiamo interpretare sulla scena della nostra quotidianità.

Queste ultime pennellate incominciano a delineare quell’uso  improprio a cui accennavo all’inizio. Ed allora entriamo decisamente nel nocciolo della riflessione.

Avete mai provato a dialogare con una persona che nasconde le sue possibili emozioni dietro un paio di occhiali da sole? Personalmente ho trovato disagio e difficoltà nell’organizzare una risposta, perché vengono meno le condizioni essenziali di un normale rapporto interpersonale. Inoltre ho notato che questo “vezzo” che trova un numero crescente di praticanti contribuisce a creare quell’incomunicabilità di cui soffre la nostra convivenza civile. L’occhio è un organo in grado di captare tutte le emozioni della nostra anima e di manifestarle inequivocabilmente all’esterno: gli innamorati si guardano negli occhi e intessono il più completo ed esaustivo dei dialoghi.

Quanto detto può essere demolito, purtroppo, dalla constatazione della possibile entrata in scena di una furbesca capacità di nascondimento dei nostri veri sentimenti: l’ipocrisia. Entriamo allora nel campo delle patologie, dei rapporti interpersonali che interessano gli esperti della psiche umana. Niente di nuovo sotto il sole: di “sepolcri imbiancati”, di evangelica memoria, non c’è stata mai penuria in questa nostra società dove, da sempre, teatranti improvvisati fanno a gomitate per conquistare posizioni di possibile credibilità.

Per fortuna l’uso improprio non sempre nasconde l’insano piacere di mettere chi sta di fronte in posizione di svantaggio o di difficoltà comunicativa.

Occhiali da sole: togliamoli immediatamente quando incontriamo un altro o chiediamo, con estrema delicatezza, di toglierli, supportando ogni nostra parola con un sorriso dolce, aperto, disarmante: riusciremo così a porre le premesse per rapporti migliori.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments