Il primo pellegrinaggio in onore di un celebre taumaturgo ed esorcista

di Matteo Orlando

DOMENICA 2 OTTOBRE SI SVOLGERA’ IL PRIMO PELLEGRINAGGIO NEI LUOGHI DI DON GIUSEPPE TOMASELLI. IL SALESIANO, MORTO NEL 1989, CONTINUA AD OFFRIRE ANCORA OGGI LA SUA TESTIMONIANZA CRISTIANA A DECINA DI MIGLIAIA DI FEDELI IN GIRO PER IL MONDO

Domani, Domenica 2 Ottobre, si svolgerà a Messina il 1° Pellegrinaggio nei luoghi del salesiano don Giuseppe Tomaselli, Considerato l’erede spirituale di Padre Pio, dopo la morte del grande santo avvenuta nel 23 settembre 1968, don Giuseppe Tomaselli, il cui pio trapasso è avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1989, continua ad offrire ancora oggi la sua testimonianza cristiana a decina di migliaia di fedeli in giro per il mondo.

Questo primo pellegrinaggio in onore di don Tomaselli è organizzato da 50 componenti del gruppo spirituale creato dal sacerdote, le “Piccole Ostie Riparatrici”, e si svolgerà a Messina. Il programma prevede la visita alla Tomba di don Tomaselli, attualmente nella cappella salesiana presso il Cimitero di Messina, il pranzo offerto dalla Comunità salesiana dell’ITST Istituto Teologico San Tommaso, la Santa Messa nella cappella interna dell’Istituto, la visita di alcune chiese care a don Tomaselli (un santuario dedicato alla Madonna di Pompei, il santuario di Montalto, Monastero di Montevergine, nonché la Chiesa dei Catalani dove monsignor La Speme ne illustrerà la storia). La visita alla Basilica Cattedrale di Messina concluderà il pellegrinaggio.

L’impatto del messaggio di fede di don Giuseppe Tomaselli è più intenso che mai e coloro che si accostano ai suoi scritti, alla sua spiritualità, ne apprezzano la semplicità evangelica, l’amore a Dio Trinità, alla Chiesa e al Papa, il legame indissolubile con la spiritualità salesiana e mariana.

Il celebre taumaturgo siciliano continua ad operare anche in questo terzo millennio e i suoi insegnamenti sono tuttora linfa vitale per molti cattolici. Non a caso tanti, attraverso preghiere, associazioni e gruppi, ne chiedono la beatificazione.

Nato a Biancavilla (Catania) il 26 gennaio del 1902, a soli 14 anni entrò nella Congregazione Salesiana, fondata cinquantasette anni prima da San Giovanni Bosco, e nel 1926 venne ordinato sacerdote.

Lungo il suo ministero sacerdotale, durato quasi 63 anni, lavorò con grande ardore per la salvezza delle anime nei diversi ruoli che ricoprì: parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista ed apostolo della buona stampa cattolica.

Negli anni moltissime persone, compreso il sottoscritto, si sono nutriti dei suoi circa 120 libretti, su varie tematiche, che riuscì a stampare in milioni di copie (ben 5 milioni!), diffondendoli in Italia e all’estero. Presso la Biblioteca della Facoltà Teologica del Triveneto di Padova siamo riusciti a trovare una preziosa opera che merita d’essere certamente conosciuta.

Si tratta di un testo, dal titolo “Ai giovani – Meditazioni e Istruzioni” pubblicato nell’ambito dei “Quaderni di predicazione per categorie” delle serie 1951, n. 4.

Già nella introduzione troviamo il perché la testimonianza di fede di Don Tomaselli è ancora viva, vivissima, specie tra i più giovani. Scrive il sacerdote siciliano: “Questo corso di Meditazioni e d’Istruzioni è diretto ai giovani, studenti ed operai, dai 15 ai 25 anni. Lo stile semplice e la popolarità della trattazione fanno sì che il lavoro possa servire non solo ai Sacerdoti predicatori, ma anche ai giovani direttamente. Che San Giovanni Bosco ed il Beato Domenico Savio benedicano queste pagine, affinché siano di luce e di conforto alle anime che attraversano il periodo critico della vita”.

Da questa immediata introduzione traiamo molti insegnamenti che giustificano l’amore per questo venerato sacerdote. Innanzitutto la chiarezza d’intenzioni. Gli scritti di don Tomaselli non si possono travisare. Chiunque li legge non può non riscontarne la linearità. Ancora, emerge il suo amore apostolico per i giovani (non a caso scelse di entrare nella grande famiglia salesiana).

Nell’introduzione appena proposta lo stesso don Giuseppe ricorda anche un’altra caratteristica fondamentale delle sue opere: la popolarità. I suoi sforzi per la diffusione della Buona Stampa si connotato proprio di questo importantissimo elemento: i suoi scritti sono adatti a tutti. Da chi ha appena appreso la capacità di leggere a chi è prossimo all’incontro con il Creatore, non c’è alcuno che possa riscontrare difficoltà nel leggere i testi di don Tomaselli.

Ecco un altro passo estratto dal testo su citato che è inserito all’interno del paragrafo “I pazzi ed i saggi”. “I veri pazzi non sono quelli rinchiusi nei manicomi! Costoro sono degli infelici. I veri pazzi sono coloro che, pur sapendo d’avere un’anima da salvare, vivono con trascuratezza la vita spirituale e si attaccano più del necessario ai beni terreni. I veri saggi sono stati i Santi e lo sono tutti quelli che pensano seriamente all’anima propria. I Martiri preferirono perdere la ricchezza, vivere in prigione e finire la vita tra atroci tormenti, pur di salvarsi. Grandi schiere di vergini hanno lasciato famiglia e piaceri mondani per assicurarsi meglio l’eterna salvezza. I conventi sono popolati di Frati e di Suore; costoro hanno rinunziato ai beni terreni, ai piaceri dei sensi ed alla libertà, unicamente per attendere alla propria anima. I Missionari affrontano sacrifici e pericoli per portare agli infedeli la luce del Vangelo, pensando che più anime salvano, meglio assicurano la salvezza propria! «Hai salvato un’anima? Hai predestinato la tua». Così S. Agostino. San Giovanni Bosco era assillato dal pensiero della salvezza dell’anima e diceva a tanti: «Pregate per me, affinché possa salvarmi!». Scopo della sua vita fu portare anime a Dio e al primo incontro con un giovane ripeteva la nota frase «Aiutami a salvare l’anima tua!». Il Beato Domenico Savio alla scuola del grande Educatore apprese che il negozio principale della vita presente è assicurarsi la beatitudine eterna. Visitiamo un cimitero. Quante tombe! Quanti monumenti!… Domandiamo ai trapassati: Come vi trovate nell’altra vita?… Rimpiangete qualche cosa? Se potessero rispondere, direbbero: Quando tempo perdemmo sulla terra!… Faticammo per guadagnare denaro e poi lasciammo tutto!… Sostenemmo sacrifici per farci un nome ed oramai siamo dimenticati!… Avremmo tanta cura del nostro corpo e adesso marcisce in pasto ai vermi!… Ah! Se potessimo ritornare sulla terra, impiegheremmo tutto il tempo a bene dell’anima nostra!…”.

In questi pensieri, presentati nelle pagine 11 e 12 del testo indicato, troviamo racchiusi tutti gli interessi di Don Tomaselli che ne fanno ancora oggi una figura spirituale così amata. Il suo ardore apostolico era fomentato dalla ricerca della salvezza della anime. Il suo impegno da sacerdote, esorcista, apostolo della buona stampa era proteso a questo. Ma l’importanza della salvezza della propria anima deve essere ben comunicata per essere altrettanto bene considerata.

Esempi paradigmatici, parabolici, tratti dalla vita quotidiana, in questo caso gli allora esistenti “manicomi” o i sempre presenti “cimiteri”, aiutano il lettore a comprendere realtà molto complesse come la salvezza eterna. Anche le conoscenze patristiche, apprese da don Tomaselli, esposte sempre con un linguaggio chiaro, aiutano i lettori di ieri e di oggi. Non mancano infatti i riferimenti agli autori della Tradizione della Chiesa. In primis Sant’Agostino (come abbiamo letto) e San Tommaso d’Aquino, colonne portanti del pensiero tomaselliano.

Ancora, emerge la profonda conoscenza agiografica del nostro autore, a cominciare da San Giovanni Bosco e dall’oggi santo Domenico Savio, per continuare con tutti gli altri beati e santi che ha studiato per proporne poi deliziose agiografie.

Molte volte don Tomaselli, nei suoi scritti, fa riferimento ai martiri, che anche in questo primo quarto di secolo del 2000 certamente non mancano sul nostro pianeta. Frati e suore, vergini e consacrati, vengono spesso portati come esempio di buona vita cristiana. L’amore per l’evangelizzazione, inoltre, fa ricordare sovente a don Tomaselli i missionari, pronti ad affrontare diversi pericoli per testimoniare Gesù Cristo.

Un tema molto gradito dai giovani, ma in genere da tutti i fedeli cristiani che si accostano alle opere di don Tomaselli, è quello – così tanto bistrattato dall’odierna teologia, ma molto ben presente negli insegnamenti del Santo Padre Francesco – dei Novissimi. E proprio come Papa Francesco anche don Tomaselli non aveva paura di mettere in guardia i cristiani dal Nemico numero uno del genere umano, il demonio, al quale opponeva la Beata Vergine Maria.

Ecco un altro estratto dal testo su indicato, pagina 71. “Siamo in viaggio per l’eternità; le vie sono due: quella del bene e quella del male. Nel percorso si può deviare ed è tanto facile, massimo in gioventù. Chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo. Sansone cominciò bene e finì male; così Saul, l’eletto del Signore; così pure Salomone, per bocca del quale si degnò Iddio parlare. Terribile esempio è pure Giuda Iscariota. Come si ottiene la perseveranza finale? Onorando Maria Santissima, la Regina del Cielo e della terra, la Vincitrice del serpente infernale!”.

Da questo breve testo, come da moltissime delle pagine scritte da don Tomaselli, rimane da considerare, per concludere la nostra velocissima analisi, un ultimo aspetto che ormeggia i suoi scritti alla roccia indistruttibile e così tanto apprezzata dai lettori dei nostri tempi: la Sacra Scrittura. Sono veramente tante le citazioni bibliche richiamate, direttamente o indirettamente, in tutte le opere di don Tomaselli. Il sacerdote siciliano ha fatto pienamente sue le parole che i Santi Padri del Concilio Vaticano II hanno offerto alla Chiesa e al mondo al numero 10 della Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione (“Dei Verbum”) del 18 novembre 1965, quando si afferma che “la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l’azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime”. Esattamente quello che ha proposto ai fedeli suoi contemporanei, e continua a proporre a noi successivi battezzati, il tanto amato salesiano don Giuseppe Tomaselli.

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