La ricerca continua di un segno è una scusa per non convertirsi
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DI LUNEDÌ 10 OTTOBRE 2022
Dal vangelo secondo san Luca (11, 29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
COMMENTO
Gli interlocutori di Gesù cercano un segno Probabilmente i segni che Gesù aveva fatto non li avevano ancora convinti! La ricerca continua di un segno è una scusa per non convertirsi, per questo Gesù parla di generazione malvagia. Dice che darà loro il segno di Giona. E cos’è questo segno? Nel Vangelo di Matteo il segno di Giona è la morte e resurrezione di Gesù: come Giona è rimasto tre giorni nel ventre del pesce che lo aveva inghiottito, così Gesù resterà tre giorni nella tomba. Nel brano di Luca il segno di Giona sembra essere solo la sua predicazione: la predicazione di Giona aveva portato gli abitanti di Ninive a convertirsi, quella di Gesù (che è molto più grande di Giona!) invece non riesce a far breccia nel cuore dei suoi ascoltatori. Per questo li definisce malvagi e nel giorno del giudizio renderanno conto della loro incredulità.