Ognissanti: la festa dei “santi anonimi”

di Mariastella Vanella

L’ORIGINE DI UNA ANTICHISSIMA FESTA LITURGICA CHE ANCORA OGGI HA UN’IMPORTANZA STRAORDINARIA PER LA VITA SOCIALE ITALIANA 

Tutte le volte che si parla della festa di Ognissanti, mi ritorna in mente una definizione sovente usata: “Ognissanti: la festa che unisce il cielo alla terra”, perché gli abitanti della terra si avvicinano agli abitanti del cielo. I santi sono coloro che hanno compiuto la volontà di Dio vivendo il Vangelo come lo intendeva Gesù, senza interpretarlo a proprio uso e consumo, vivendo in pienezza tutte le virtù, teologali e cardinali, tendendo alla perfezione, seguendo l’invito di Gesù Cristo: «Siate voi, dunque, perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,43-48). Sono il riflesso della gloria e della santità di Dio, sono modelli di vita per i cristiani e nostri intercessori poiché possiamo chiedere il loro aiuto e la loro intercessione presso Dio. Sono uomini e donne modelli di vita cristiana che hanno vissuto la fede in maniera esemplare. Meritano il nostro culto e la nostra venerazione. La Festa di Ognissanti ci ricorda di dare spazio ai Santi nei nostri giorni pieni di errori, di menzogne, di inganni: possono diventare le nostre stampelle nelle giornate zoppe, l’esempio a cui far riferimento e da imitare.  Ringraziamo Dio per la schiera innumerevole dei santi e delle sante di tutti i tempi: uomini e donne comuni, a volte “ultimi” per il mondo, ma “primi” per Dio.

La festa di Ognissanti commemora tutti i santi della storia della cristianità, santi popolari e conosciuti, straordinari cristiani, ma anche coloro che non sono stati canonizzati, è il giorno dei “Santi anonimi”. Bisogna tornare molto indietro nel tempo per scoprire le origini di questa festa. Ad Antiochia, nel IV secolo, nella domenica dopo quella delle Pentecoste, si hanno tracce di questa celebrazione, ce ne parla San Giovanni Crisostomo. Qualche secolo dopo, a Roma, Papa Gregorio III sceglie come data il primo giorno di novembre per farla coincidere con la consacrazione di una cappella in San Pietro dedicata alle reliquie «dei Santi apostoli e di tutti i Santi martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo». Contrapposta alla festa cristiana, è quella pagana e commerciale di Halloween, che nulla ha a che vedere con la festa cristiana dedicata ai santi. Il significato di questa parola è proprio vigilia di Ognissanti o di Tutti i Santi (All Hallows: “tutti i Santi” e eve: “vigilia”). L’origine andrebbe ricercata nella leggenda di Jack O’ Lantern, che fu condannato dal diavolo a vagare per il mondo, di notte, alla sola luce della rapa o zucca scavata e contenente una candela. Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all’occulto, al demoniaco e agli spiriti maligni, all’horror e al macabro. Malgrado la legge del mercato abbia reso Halloween un vero e proprio affare commerciale, in Italia sono presenti vari e sempre più disparati modi per festeggiare questa giornata che non hanno nulla da invidiare agli anglosassoni. La festa di Tutti i Santi è particolarmente sentita nel nostro Paese con tante tradizioni differenti tra ogni regione. In tutto lo Stivale diverse tradizioni si alternano, talvolta con alcuni punti in comune. Molte sono le usanze legate alla sfera culinaria, la tradizione italiana vanta una lunga storia di piatti tipici, spesso legati alla cultura contadina e ai cibi “poveri”, come le castagne, la zucca, la frutta secca, le bucce degli agrumi.

Ricette che, nel tempo, si sono conservate e arricchite con ingredienti più “nobili” e gustosi. A fare la parte del leone, naturalmente, sono i dolci che spesso vengono regalati ai bimbi. La festa di Ognissanti ci ha insegnato a scoprire l’importanza dei nostri nomi e che ognuno di noi ha un Santo in paradiso pronto a proteggerci e questo è già un ottimo motivo per fare festa. Anticamente, nei conventi domenicani e francescani, si svolgeva, per tradizione, il rito dell’estrazione del santo. Ho trovato questa bellissima pratica nel santuario che frequento e che è una delle tante Opere della FCIM (Famiglia del Cuore Immacolato di Maria), sparse per l’Italia. Durante la giornata di Tutti i Santi, ad ogni celebrazione, ad iniziare dalla Messa vespertina della Vigilia, è possibile, davanti l’altare, estrarre una piccola immagine sacra con su scritto il nome e l’immagine di un Santo… anche se, in realtà, è lui che sceglie noi! Se qualcuno non conosce il santo che ha sorteggiato, sarà un’occasione per scoprirlo, conoscerne la vita, lasciarsi istruire ed edificare dal suo esempio; se invece lo conosce già, sarà l’occasione per conoscerne nuovi aspetti e per prenderlo come compagno di viaggio. Quel Santo diventerà il protettore per tutti i giorni dell’anno, sostegno nei momenti di difficoltà, di dolore, di inquietudine, esempio da imitare, amico e confidente. La festa di Ognissanti alla quale segue quella dei morti è un’occasione per ricordare i nostri cari che hanno lasciato questo mondo e pregano dal Cielo per noi, ricordandoci che la terra è il posto dove giochiamo la partita per la santità, aiutati dai nostri amici Santi che ci aspettano per far festa in Paradiso!

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