Se liberiamo il nostro cuore dal peccato, il Signore verrà a rendere migliore la nostra vita

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 11 DICEMBRE 2022 – III Domenica di Avvento (domenica Gaudete)

 Dal vangelo secondo san Matteo (11, 2-11)

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

 COMMENTO

L’invito della liturgia di oggi è alla gioia. Questa domenica (e lo vediamo anche dal particolare colore dei paramenti sacri) è chiamata “Domenica Gaudete”, dalla parola di inizio dell’antifona della Messa: Rallegratevi! (in latino Gaudete). E perché mai ci dobbiamo rallegrare? Perché il Signore è vicino, e sta per venire. E a noi, possiamo chiederci, cosa cambia se il Signore è vicino, se sta per venire? Quando il Signore viene, quando entra nella nostra vita, gli effetti si vedono: come dice la prima lettura il deserto fiorisce, tutto ciò che ha perso vita ritorna a vivere. Il Natale del Signore è segno di tutto questo: quando il Signore entra nella nostra vita tutto diventa più bello, tutto riprende vita. La vita normale, di tutti i giorni, viene vissuta in modo diverso, più bello, più gioioso, anche le difficoltà e i dolori vengono in modo meno penoso.

Il deserto e la terra arida della nostra vita tornano a fiorire. Ma il Signore che viene per darci la gioia vuole che collaboriamo con la sua opera. Ci chiede di irrobustire le mani fiacche e di fortificare le ginocchia vacillanti: dedicarsi senza stanchezza alla vita operosa e alla vita di preghiera, a gloria di Dio, senza lasciarci scoraggiare dal fatto che vediamo che il mondo, la nostra vita stessa, prende una direzione che a noi sembra negativa, che oggettivamente non è buona.

Non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà. Sappiamo che il Signore verrà, e verrà presto. Magari non verrà presto a porre fine alla storia di questo mondo (non possiamo sapere quando tutto questo avverrà), ma sicuramente verrà presto a ridarci entusiasmo e vita se noi glielo permettiamo. Se liberiamo il nostro cuore dal peccato Egli verrà a rendere migliore la nostra vita.

Il Vangelo ci parla del Battista. È una figura complessa quella del Battista. È stato ricolmato di Spirito Santo fin da quando era nel grembo di sua madre (ricordiamo la visita di Maria a santa Elisabetta), ma in lui non ci sono ancora gli effetti della piena Rivelazione. Il Battista è l’apice dell’antico testamento. Per questo è il più grande tra i nati di donna. Ma la Rivelazione di Dio non è completa se non con Gesù Cristo. Per questo il più piccolo del regno dei cieli è più grande di lui: chi ha ricevuto la Rivelazione di Cristo è messo in contatto con la verità. Per questo il Battista, pieno di Spirito Santo sin dal grembo di sua madre, in carcere per la sua fedeltà all’insegnamento di Dio, è dubbioso sul fatto che il Messia tanto atteso sia proprio Gesù.

Gesù lo rassicura: sono proprio io, guarda i frutti: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. La vita riesplode nella sua pienezza, quando si sta con Dio, quando ci si fida di Lui, quando si rimane nella sua Grazia. Gesù ci dice che provvede a noi: anche se non siamo ciechi, zoppi, lebbrosi, sordi, morti, se non siamo particolarmente poveri, il Signore ci dona una vita piena, una vita gioiosa, una vita in cui il male e la morte non avranno l’ultima parola. E questo accade se noi lo lasciamo fare, se permettiamo che venga a visitarci.

Lasciamolo entrare nella nostra vita. Prepariamo il nostro cuore, sgomberiamo la nostra vita  da tutto ciò che ostacola la Sua azione in noi. Sforziamoci di abbandonare il peccato e di vivere nella sua grazia e la nostra anima, come un deserto irrigato, rifiorirà di nuova vita.

 

Foto: Pixabay

 

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