L’Occidente liberale e socialista è entrato in una crisi sistemica irreversibile

di Matteo Castagna

COSA DOVREBBE ESSERE LO STATO?

L’Occidente liberale e socialista è entrato in una crisi sistemica irreversibile. “Il mistero dell’iniquità è già all’opera, ma non si compirà finché non sarà tolto di mezzo colui che lo trattiene“, dice San Paolo nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi (2,3-9).

Sotto il piano politico possiamo azzardare di credere che il crollo delle ideologie e la secolarizzazione religiosa abbiano contribuito in maniera sostanziale al rafforzamento della piramide di potere, la cui punta è costituita dalle élite mondialiste, mentre la base è il popolo, che, concordando o disinteressandosi ne subisce le decisioni. Sempre alla base ci sono poche persone, in parte cattoliche, in parte ortodosse e in parte di cultura cristiana, che hanno compreso le mosse delle forze tenebrose, che dall’apice, giocano col mistero dell’iniquità sulla pelle delle nazioni e ci stanno portando al transumanesimo.

Si può facilmente constatare come il nichilismo, ossia il vuoto soprannaturale e, addirittura, naturale sia talmente considerevole da spaventare il solo buon senso comune. Tutto si scioglie in un bieco materialismo, ove il primato dell’economia la fa da padrone, sottomettendo gli esseri umani, che gioiscono di effimeri momenti di esaltazione in un generale malcelato scontento che degenera nelle follie, particolarmente accentuate, del terzo millennio. Uno dei problemi principali è l’assoluta mancanza di senso dello Stato, da cui deriva una società fluida al punto da confondere il Bene col Male, spingendo all’odio assoluto contro coloro che ancora resistono con una vita e principi tradizionali.

Il vertice della piramide è riuscito nell’intento iniquo di allontanare la gente dalla politica, per poterla dominare con l’inganno ma con più facilità, nell’ azzeramento del pensiero critico e di ogni ostacolo costituito dalle comunità di destino. Oggi, possiamo affermare che lo spirito anarchico è più potente che mai. Indebolito o annullato il vero significato di ogni autorità, in nome di un’ amorale uguaglianza universale, si è distrutto ogni paradigma che abbia l’Ordine come metodo e la vita eterna per virtù ed onore come fine.

Nel libro Chiesa e Stato (Ferrari, Roma 1910), da poco ristampato dalle edizioni Effedieffe, il servo di Dio padre Felice Cappello (1879-1962) condensa in 800 pagine la dottrina tra le due Istituzioni, per comprendere correttamente la verità. All’epoca era il modernismo a confondere ed intorbidire le acque, mentre in epoca post-moderna è il globalismo, nel quale è confluito anche il modernismo.

Nel corso della storia, molti autori hanno espresso diverse sentenze sul concetto di Stato. Epicuro insegnava che esso è un patto di reciproca salvaguardia. Secondo Jeremy Bentham (1748-1832) lo Stato è ordinato alla difesa della proprietà. Secondo Herbert Spencer (1820-1903), invece, alla difesa della libertà. Rousseau, parlando del famoso contratto sociale dà un concetto di Stato assurdo e bizzarro, ma molto amato dai progressisti.

Kant cercò di far rientrare lo Stato entro i confini del diritto. Macchiavelli propugnò la teoria dell’accentramento. Per noi, come afferma padre Cappello: “lo Stato è la società stessa politicamente organizzata” (F. Contuzzi, Diritto internazionale pubblico, Milano 1889, p.12) ossia in un determinato territorio, con proprie leggi e con forma speciale di governo, il cui fine è il Bene Comune spirituale e temporale.

Poiché, come ammetteva il liberale Benedetto Croce (1866-1952): “non possiamo non dirci cristiani“, non è accettabile una società antinazionale, transumana e atea com’è l’Unione Europea, che ha in comune solo una moneta a debito, di proprietà di istituti privati, che rappresentano i corpi intermedi della piramide del potere delle élite. Mentre, sempre citando padre Cappello, la realtà dovrebbe esserci di guida alle realtà celesti, non al denaro (Dux hominibus ad caelestia non ad pecunia), altrimenti si fa solo la gioia del portafogli delle famiglie del potere globale, non il Bene Comune delle anime.

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Concordo pienamente, ma ancora la gente che si disinteressa di tutto escluso tutto quello che la riguardi direttamente di persona, vive ancora in uno stato di ipnosi che gli impedisce di vedere ciò che possiamo chiamare verità. Essendo moltissimi, è difficile trovare un pensiero comune. È necessario tirare avanti con gli occhi ben aperti stando attenti a non farsi irretire da questo pensiero malsano e unico.