Afghanistan, i dati choc dal Paese più pericoloso al mondo per i cristiani

a cura di John Pontifex, John Newton e Fionn Shiner*

CON IL CROLLO DEL GOVERNO IN AFGHANISTAN, IL RITIRO DELLE TRUPPE USA E NATO E L’ASCESA AL POTERE DEI TALEBANI, LA SITUAZIONE PER I CRISTIANI IN AFGHANISTAN È DIVENTATA TERRIBILE

Con il crollo del governo in Afghanistan, il ritiro delle truppe USA e NATO e l’ascesa al potere dei talebani nell’agosto 2021, la situazione per i cristiani in Afghanistan è diventata perfino peggiore di quanto non fosse precedentemente. Nella sua World Watch List 2022, “Porte Aperte” ha classificato l’Afghanistan come il Paese più pericoloso al mondo per i cristiani (Open Doors, World Watch List 2022: Afghanistan, op. cit., https://media.opendoorsuk.org/document/pdf/2022-
Dossiers/Advocacy-Dossier-Afghanistan.pdf, consultato il 27 maggio 2022).

In seguito alla presa del potere da parte dei talebani, si stima che siano migliaia i cristiani fuggiti dal Paese. Coloro che sono rimasti vivono nella paura di essere arrestati, torturati o giustiziati. I talebani negano categoricamente la presenza di cristiani nel Paese, come ha affermato in modo esplicito il portavoce Inamullah Samangani: «Non vi sono cristiani in Afghanistan. La minoranza cristiana non è stata mai riconosciuta o registrata qui» (Kamran Chaudhry, Afghan Christians find new hope in Pakistan, “UCA News”, 23 maggio 2022, https://www.ucanews.com/news/afghan-christians-find-new-hope-inpakistan/97758, consultato il 20 luglio 2022).

Prima della presa di potere da parte dei talebani, i cristiani riferivano che l’opinione pubblica, sui social media e altrove, era ostile nei confronti dei convertiti al Cristianesimo e all’idea di apostolato cristiano (Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, Rapporto 2021 sulla libertà religiosa internazionale, “Afghanistan”, https://www.state.gov/reports/2021-report-on-internationalreligious-freedom/afghanistan/, consultato il 17 giugno 2022). Molti di loro hanno riferito di aver subìto pressioni, soprattutto da parte delle proprie famiglie, affinché rinunciassero al Cristianesimo e riabbracciassero l’Islam (Ibid.).

Alcuni hanno raccontato che diverse persone convertitesi al Cristianesimo, o in procinto di farlo, avevano ricevuto minacce di morte, a volte perfino da parte di membri della loro stessa famiglia (Ibid.). A causa dei timori di pressioni e discriminazioni da parte della società, prima dell’agosto 2021 i cristiani praticavano il culto privatamente in piccoli gruppi, generalmente di dieci persone o anche meno (Ibid.). Tuttavia, in seguito alla presa del potere ad opera dei talebani, membri dell’organizzazione hanno iniziato a fare incursioni nelle case di persone convertite al Cristianesimo, anche se queste avevano già lasciato il Paese o si erano trasferite (Ibid.).

Nonostante le dichiarazioni iniziali suggerissero che i talebani avrebbero assunto un atteggiamento più liberale, ben presto è parso evidente come tutti coloro che non aderiscono alla loro rigida interpretazione dell’Islam sunnita siano in grave pericolo (Commissione degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale (USCIRF), Rapporto Annuale 2022: “Afghanistan”, https://www.uscirf.gov/sites/default/files/2022-04/2022%20USCIRF%20Annual%20Report_1.pdf, consultato il 27 maggio 2022). È stato ripristinato il Ministero talebano per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, che reprime tutto ciò che è ritenuto non islamico.

Sotto il regime talebano, è adottata una rigida interpretazione della shari’a, che prevede la pena di morte per il reato di apostasia. La maggior parte dei cristiani in Afghanistan sono convertiti (Kelsey Zorzi, Afghanistan’s Christians are turning off phones and going into hiding, “The Hill”, 23 agosto 2021, https://thehill.com/opinion/international/568992-afghanistanschristians-are-turning-off-phones-and-going-into-hiding, consultato il 27 maggio 2022; Open Doors, World Watch List 2022: Afghanistan, op. cit.). Nel Paese non esistono tradizioni e denominazioni cristiane consolidate e tutti i convertiti sono considerati apostati (Niala Mohammad, Factsheet: Afghanistan, “Commissione degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale (USCIRF)”, ottobre 2021, https://www.uscirf.gov/sites/default/files/2021-10/2021%20Factsheet%20-%20Religious%20Minorities%20in%20Afghanistan, pdf consultato il 27 maggio 2022).

I convertiti cristiani non affrontano soltanto le minacce dello Stato, ma subiscono anche una notevole pressione da parte delle famiglie e della comunità, soprattutto nelle zone rurali. La conversione dall’Islam è vista come una minaccia all’identità islamica del Paese. La natura coesa dell’unità familiare afgana non off re ai credenti alcuna privacy, con un alto rischio di essere scoperti e di intimidazioni da parte della struttura clanica e della comunità più ampia (Open Doors, World Watch List 2022: Afghanistan, op. cit.). A ciò si aggiunge il problema che il Cristianesimo è visto come una religione occidentale, e quindi un nemico della cultura, della società e dell’Islam afgani (Ibid.). Sotto il precedente governo, alcuni cristiani si erano sentiti sufficientemente tutelati da dichiararsi cristiani sulla propria carta d’identità.

Secondo alcuni rapporti, i talebani hanno ritenuto prioritario dare la caccia a ciascuno di questi circa 30 cristiani che avevano dichiarato la propria fede in tal modo. “International Christian Concern” ha fornito alcuni esempi di minacce contro i cristiani avvenute dopo la presa del potere da parte dei talebani. Un cristiano è stato contattato da un estremista, il quale lo ha minacciato di rapire le sue figlie e darle in spose a membri del regime talebano (Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, Rapporto 2021 sulla libertà religiosa internazionale, “Afghanistan”, op. cit.). In un altro caso, i talebani hanno inviato una lettera a un cristiano dicendogli che la sua casa ora apparteneva a loro (Ibid.). Le donne cristiane in Afghanistan rischiano di essere vendute come schiave, di essere costrette a prostituirsi, di essere picchiate, di subire abusi sessuali o di essere forzate a sposare un uomo musulmano nel tentativo di riconvertirle (Ibid.). Gli uomini cristiani, d’altra parte, subiscono pressioni affinché dimostrino di essere dei buoni capifamiglia musulmani, portando barbe “adeguate”, osservando il digiuno durante il ramadan e pregando cinque volte al giorno.

La fede cristiana comporta il rischio di subire abusi, carcerazioni, torture, abusi sessuali e persino di essere uccisi (Ibid.). Sia gli uomini che le donne cristiani devono «fingere di essere musulmani» per avere qualche possibilità di vivere in pace. Dopo l’ascesa al potere dei talebani, molti cristiani hanno spento i loro telefoni cellulari e si sono trasferiti in luoghi sconosciuti (Commissione degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale, USCIRF, Rapporto Annuale 2022: “Afghanistan”, op. cit.).

I cristiani in Afghanistan devono affrontare anche il pericolo dello Stato Islamico-Provincia di Khorasan (IS-K), responsabile del bombardamento dell’aeroporto di Kabul durante l’evacuazione disposta dagli Stati Uniti nell’agosto 2021. L’IS-K, considerato un nemico dai talebani, minaccia i cristiani di ritorsioni in caso di conversione (Ibid.).

Agosto 2021. Dopo la drammatica ascesa al potere dei talebani, i cristiani in Afghanistan hanno riferito di aver ricevuto telefonate intimidatorie in cui sconosciuti dicevano loro: «Stiamo venendo a prendervi». Un leader cristiano, che ha mantenuto l’anonimato per motivi di sicurezza, ha così dichiarato a “International Christian Concern” (ICC): «Stiamo consigliando alle persone di rimanere nelle loro case, perché uscire ora sarebbe troppo pericoloso». «Alcuni cristiani di cui è nota la fede stanno già ricevendo telefonate minatorie», ha aggiunto (Christine Rousselle-Jose Torres Jr., Terrified Christians in Afghanistan brace for attacks: “We are coming for you”, “Catholic News Agency”, 19 agosto 2021 https://www.catholicnewsagency.com/news/248726/terrified-christiansin-afghanistan-brace-for-attacks-we-are-coming-for-you, consultato il 26 maggio 2022).

Agosto 2021. Secondo quanto riportato, i talebani sarebbero andati di porta in porta, uccidendo sul posto i cristiani che si rifiutavano di rinnegare la propria fede. L’emittente televisiva cristiana mediorientale SAT-7 ha riferito che le persone venivano fatte scendere dai mezzi di trasporto pubblico e uccise sul posto se venivano ritenute cristiane o etnicamente “non pure”. Il presidente di SAT-7 per il Nord America, Rex Rogers, ha dichiarato: «Abbiamo appreso da fonti aff idabili che i talebani requisiscono i telefoni delle persone, e se trovano una Bibbia scaricata su un dispositivo uccidono immediatamente il suo possessore. In questo momento è incredibilmente pericoloso per gli afgani avere qualcosa di cristiano sul proprio cellulare. I talebani hanno spie e informatori dappertutto» (RNS Religion News Service, Media ministry off ers “lifeline” to fearful Afghans as Taliban kill Christians, 17 agosto 2021, https://religionnews.com/2021/08/17/media-ministryoffers-lifeline-to-fearful-afghans-as-taliban-kill-christians/, consultato il 26 maggio 2022).

Marzo 2022. I talebani hanno vietato alle persone di lasciare il Paese, continuando la loro “operazione di pulizia” a tappeto, alla ricerca di afgani con legami con gli Stati Uniti e di coloro che, come i cristiani, violano le rigide regole islamiste talebane. Un portavoce dei talebani ha dichiarato: «Devo dire apertamente che stiamo impedendo alle persone di lasciare il Paese, insieme alle loro famiglie, senza un valido motivo…» (International Christian Concern, Taliban Forbids People from Evacuating Afghanistan, 2 marzo 2022, https://www.persecution.org/2022/03/02/taliban-forbids-peopleevacuating-afghanistan/, consultato il 26 maggio 2022).

Aprile 2022. Un cristiano afgano, in forma anonima, ha parlato della situazione dei fedeli nel Paese, affermando che i talebani stanno ancora dando la caccia ai suoi correligionari. «La situazione qui in Afghanistan per i cristiani non è buona», ha affermato, aggiungendo inoltre che «i fedeli sono in grave pericolo. Danno la caccia ai predicatori e ai ministri casa per casa» (Katey Hearth, Death surrounds believers in Afghanistan, “Mission Network News”, 3 aprile 2022, https://chvnradio.com/articles/death-surrounds-believers-in-afghanistan, consultato il 26 maggio 2022).

Aprile 2022. È emersa la notizia che i talebani avrebbero imprigionato e torturato un cristiano a causa della sua fede. Abdul ha trascorso mesi in prigione dopo aver tentato di fuggire dal Paese. Una fonte vicina alla famiglia ha dichiarato: «Abdul ci ha raccontato che, il primo mese, i torturatori talebani lo mordevano. Il secondo mese, lo immergevano di notte nell’acqua fredda e poi lo lasciavano nudo. Il terzo mese, non lo hanno torturato, perché a quanto pare volevano venderlo vivo alla sua famiglia senza segni di tortura. (Ora) non lascia la casa in cui si trova» (Claire Evans, Escape or Stay in Afghanistan?, “International Christian Concern”, 21 aprile 2022, https://www.persecution.org/2022/04/21/escape-stay-afghanistan/, consultato il 26 maggio 2022).

 

* Testo tratto da “Perseguitati più che mai –
Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2020-2022”,
traduzione italiana a cura di
Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia (https://acs-italia.org/)

 

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments