Chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me…

di Don Gian Maria Comolli

«CHI AVRÀ SCANDALIZZATO UNO DI QUESTI PICCOLI CHE CREDONO IN ME, SAREBBE MEGLIO PER LUI CHE GLI FOSSE APPESA AL COLLO UNA MACINA DA MULINO E FOSSE GETTATO IN FONDO AL MARE» (VANGELO DI MATTEO 18,6)

Da anni le varie Conferenze Episcopali di vari Paesi del mondo hanno intrapreso severi e rigorosi provvedimenti nei confronti di sacerdoti, religiosi e anche vescovi che si sono macchiati o hanno coperto i mostruosi atti di pedofilia nei confronti dei minori, ben consapevoli della gravosità dell’atto e della pesantissima condanna in merito del Signore Gesù (Mt. 18,6).

Papa Francesco ha commentato con estrema forza e profonda amarezza le notizie di scandali inflitti ai “piccoli” da uomini di Chiesa: «come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato “un sacrificio diabolico”, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?» (15 ottobre 2015).

Già con Benedetto XVI la linea adottata è stata di “tolleranza zero” verso tali comportamenti una volta accertati, consapevoli che anche un “caso solo” sia veramente di troppo. Purtroppo, dobbiamo anche notare che questo fenomeno mondiale e trasversale, che coinvolge cioè molteplici settori delle varie società, non è adeguatamente combattuto dalle istituzioni che dovrebbero agire e, oltretutto, anche a seguito dei vari lockdown si è assistito ad un incrementato dell’adescamento online di minorenni. Ad esempio, il Ministero dell’interno ha individuato nel 2019 ben 78.589 URL con immagini di abuso su minori o chat (vds. Dossier: “Reati a sfondo sessuale con Vittime Minorenni”) e, oltre la metà delle vittime, il 55%, ha meno di 10 anni! In questa incompleta analisi, non possiamo non citare il “turismo sessuale minorile” che, nei Paesi soprattutto del sud America e dell’Asia, sembra purtroppo poco adeguatamente combattuto.

La Chiesa Cattolica, quindi, dopo un avvio caotico, possiamo dire che oggi sia in prima linea nella lotta alla pedofilia. Eppure questa serietà nel perseguire i reati e fare chiarezza è spesso motivo di strumentalizzazioni e di speculazione a livello mondiale, come riconosciuto anche da vari intellettuali e studiosi di fronte al famoso “Rapporto Sauvé” del dicembre 2021 elaborato da una Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa. I lavori di tale organismo voluto dai vescovi francesi, infatti, appare inficiato da troppe imprecisioni, approssimazioni e inesattezze sia a livello numerico (si parla di un numero improbabile di 330.000 vittime a partire dagli anni 1950) sia a livello di metodologia e tecniche statistiche impiegate.

I risultati resi noti con il Rapporto Sauvé, quindi, lasciano aperti vari dubbi e perplessità, come evidenziato anche dal Nunzio apostolico in Francia mons. Celestino Migliore. Inoltre, il dossier è andato oltre la sua finalità con proposte avanzate dalla Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Eglise (CIASE), che superano le finalità per le quali è stata istituita, minacciando la “natura spirituale e sacra” della Chiesa. L’investigazione nei confronti di quest’ultima, infatti, sembra non debba finire mai. Recentemente a questo proposito il politologo francese Yves Hamant ha chiesto un “Rapporto Sauvè bis” per indagare anche sugli “abusi spirituali. Secondo il docente di Lingue e culture straniere all’università di Parigi Est, «il problema principale è che globalmente l’istituzione e i fedeli tendono ancora a minimizzare la gravità dei fenomeni di abuso spirituale ritenendolo non grave come l’abuso sessuale».

Ma che cosa intendiamo con l’espressione “abuso spirituale”? Lo spieghiamo con la definizione dell’International Cultic Studies Association (ICSA): «qualsiasi tipo di abuso psicologico, fisico o sessuale che abbia luogo in un contesto religioso». Già prima di Hamant, consapevoli che determinate situazioni possono causare danni difficilmente reversibili nelle vittime, nel 2013 la Conferenza Episcopale Francese ha pianificato e predisposto la “Pastorale delle nuove credenze e derive settarie”, consapevoli che determinati fenomeni di abuso e fanatismo possono coinvolgere anche comunità cattoliche.

Una parte del libro “La Chiesa risponde agli abusi sui minori. Interventi, provvedimenti e indirizzi per contrastare un grave fenomeno di devianza” (Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2020, pp. 320), pubblicato dal giornalista di Tv2000 Gavino Pala, è appunto dedicata ai tanti documenti e interventi in merito di Papi e varie conferenze episcopali fin dall’inizio del XXI secolo. Secondo l’autore, con l’inizio del nuovo millennio l’approccio della Chiesa al fenomeno si è totalmente modificato, aprendosi alla più totale trasparenza sui crimini e sui colpevoli di insabbiamento degli abusi e con la massima tutela possibile delle vittime. Ci auguriamo che questo esempio virtuoso divenga prassi comune non solo per tutte le diocesi ma anche per le istituzioni civili private e pubbliche. Con questo “cambio di passo”, infatti, si sarebbe già un grosso passo in avanti nell’affrontare questa grave piaga.

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