Sua Maestà la “Scienza” continua ad imperversare negli schermi e schiamazzi televisivi

di Domenico Conversa*

LA SCIENZA DEL XXI SECOLO NON LA SI STUDIA, NON LA SI CONFRONTA, NON LA SI ANALIZZA, MA LA SI ASCOLTA, LA SI GUARDA E, PERCHÉ NO, LA SI PUÒ ANCHE INCONTRARE NEL SONNO DELLA RAGIONE

Quando l’Imperatore Giustiniano compì la prodigiosa codificazione del suo “Corpus Juris” e pubblicò come legge del suo Impero quella che doveva poi essere la legge di tutto il mondo civile, nel tempo stesso vietò severamente la pubblicazione di libri che servissero ad interpretazione o commento del suo Codice immortale, prescrivendo al giudice, in caso di dubbio, di rivolgersi alla stessa Maestà Imperiale, la sola autorizzata a risolvere i dubbi nell’applicazione.

È un parallelismo che ben si addice all’attuale momento storico e alla presa del potere da parte di Sua Maestà “La Scienza”. Solo quest’ultima è oggi legittimata (da parte del regime della pubblica opinione) ad interpretare correttamente la nostra agonizzante Costituzione. Così è accaduto che il 1° dicembre 2022, con un semplice e sbrigativo comunicato, il supremo organo istituito per difendere la corretta applicazione della Costituzione, pone in essere una inedita esegesi del testo costituzionale che non è letterale e né tantomeno sistematica, ma scientifica. Quel tipo di scienza che ha imperversato negli schermi e schiamazzi televisivi a partire dal 2020, che non accetta nessun contraddittorio perché detentrice dell’unica “verità”, che si autodefinisce non è democratica. Una scienza ad uso e consumo di chi la produce sugli altari del profitto.

La Corte costituzionalmente “scientifica” ritiene che “Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario”.

In attesa che la Corte ci faccia dono delle sue motivazioni che trasformeranno irrimediabilmente il “volto della Repubblica” in una smorfia di dolore, per il cittadino, che ancora pensa, è doveroso interrogarsi su alcune questioni fondamentali.

Partiamo da alcuni dati acquisiti: – i contagi avvengono comunque e non si sono mai interrotti, nonostante una super campagna vaccinale; ciò è evidente scientificamente, osservabile con i normali occhi del cittadino, diffuso e conosciuto nella percezione comune di questo momento storico tanto da essere fatto notorio; – all’inefficacia del potere immunizzante da parte dei vaccini (sic!), a ciò si aggiunge la pericolosità di questi farmaci stante la correlazione, da parte della stessa autorità sanitaria, di decessi ed eventi avversi gravi.

La giurisprudenza della Corte costituzionale, almeno fino al 1° dicembre 2022, prevedeva che “un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di coloro che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiono normali di ogni intervento sanitario, e pertanto tollerabili (cfr. tra le tante la sentenza n. 307/1990 Corte cost.). Eventi avversi gravi e fatali, pare non lascino spazio all’ammissibilità di un trattamento sanitario obbligatorio come quello della vaccinazione Covid-19. Ce lo dice la logica e il buon senso. Ed allora…potrebbe mai essere proporzionata la previsione normativa contenuta nel decreto legge n. 44/21 con la quale il personale sanitario non vaccinandosi ha subito la conseguenza indiscutibilmente grave e negativa di essere sospesi dagli Ordini di appartenenza, uscendo senza un vero motivo dal mondo del lavoro, pur essendo sani, e per periodi che sono stati peraltro eccezionalmente lunghi visto le proroghe applicate, non potendo sostentarsi? Il rifiuto al trattamento vaccinale potrebbe essere stato legittimo proprio perché nessun cittadino può essere costretto a trattamenti farmacologici sperimentali, specie quando, come in questo caso, possono essere pericolosi ed esistono evidenze scientifiche sull’efficacia degli antinfiammatori sin dalle prime fasi della malattia?

Il valore della dignità umana non ammette in radice alcun bilanciamento con gli altri diritti perché è la base fondante della libertà, quella libertà che rende possibile la democrazia. Nessun interesse deve mai sovrapporsi alla dignità dell’essere umano. Se si accettasse la sacrificabilità dell’individuo sull’altare della collettività, si ammetterebbe, in questo modo, un aberrante bilanciamento tra un non precisato interesse collettivo alla salute e l’interesse individuale e, quindi, la possibilità di sacrifici umani. La pericolosa opzione ideologica di fondo è stata evidenziata dal collegio siciliano laddove afferma a pag. 37: “ciò porrebbe non pochi problemi etici come ad es. stabilire a chi spetti individuare la percentuale di cittadini sacrificabili per le esigenze della collettività”.

Corre l’obbligo di ribadire che, al riguardo, l’art. 32 della Costituzione contiene il principio fondante dello spirito dei lavori costituzionali. Nel seno dell’assemblea costituente, all’interno dei lavori preparatori e delle discussioni che portarono alla realizzazione dei 138 articoli, in quel periodo luminoso che va dal 4 marzo al 22 dicembre 1947, si affermò: “Vi è un punto che non si deve mai perdere di vista in nessun momento, in nessun articolo della Costituzione: il pericolo di aprire l’adito a regimi autoritari e antidemocratici. Si sono a tale scopo evitati due opposti sistemi. Anzitutto il primato dell’esecutivo, che ebbe nel fascismo l’espressione più spinta … Si è d’altra parte evitato il pericolo di mettersi sul piano inclinato del Governo d’assemblea.” Ebbene sta accadendo quello che si voleva evitare.

Dal 2020 c’è stato un incredibile accentramento di potere sull’esecutivo mai riscontrato prima dalla nascita della Repubblica italiana e che la pubblica opinione è diventata il nuovo “Governo d’assemblea” con il quale è possibile schiacciare e ridurre al silenzio ogni voce dissonante rispetto alla narrativa televisiva.

L’individuo non deve mai essere esposto all’arbitrio di una maggioranza, anche parlamentare, che di volta in volta costruisce ideologicamente “l’interesse collettivo prevalente”, come per esempio la “pressione sugli ospedali”, ossia una situazione contingente dettata da una dolosa, colpevole e carente gestione delle risorse in sanità da parte della politica. Se il diritto all’integrità della persona e della dignità umana diventa violabile, non è questa una retrocessione di civiltà e progresso democratico di molti secoli? Non è forse questa una torsione totalitaristica dello Stato?

Dimenticavo che di tutto questo la Corte costituzionale non può tenerne conto perché come ha ribadito il presidente della stessa Corte, Silvana Sciarra, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, a proposito della decisione sull’obbligo vaccinale: noi abbiamo ascoltato la Scienza! Infatti, la scienza nel XXI secolo, non la si studia, non la si confronta, non la si analizza, ma la si ascolta, la si guarda e, perché no, la si può anche incontrare nel sonno della ragione.

La cosa triste e che crea insofferenza è che, ancora oggi, è necessario ribadire l’ovvio. Ma è ora di riposare e di andare a dormire, siamo un po’ tutti stanchi, non è opportuno far troppo rumore, l’ora è tarda. Buonanotte Italia!

* Avvocato

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