Anche la liberazione dalla febbre è un esempio del vero incontro con il Signore

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI MERCOLEDI’ 11 GENNAIO 2023

Dal vangelo secondo Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

COMMENTO

Gesù libera una donna dalla febbre. Non ci sembra una gran cosa, al giorno d’oggi, ma ricordiamo che in quei tempi una febbre poteva facilmente condurre alla morte. Ma per noi è interessante approfondire un poco l’aspetto spirituale di questa pagina. Gesù prende per mano la donna e la fa alzare. Il verbo «alzare», (nell’originale greco «egherein») è lo stesso verbo che indica la resurrezione.

La suocera di Simone, liberata dalla malattia (come Lazzaro che a suo tempo verrà liberato dalla morte), diventa un esempio del vero incontro con il Signore. Vive, in piccolo e in anticipo, l’esperienza della salvezza. Gesù la libera dal male e la restituisce alla pienezza della vita. La vicinanza del Signore e la sua premura per lei le fanno inoltre capire che il modo giusto per rapportarsi  con Dio e i fratelli è il servizio, e per questo la donna non perde tempo: una volta guarita si mette subito con semplicità a servirli. L’incontro con il Signore libera questa donna dal male, ma contemporaneamente le fa capire che i doni che il Signore ci fa non sono solo per noi, ma sono fatti perché li mettiamo a disposizione di tutti.

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